“In coro contro la violenza”: uomini e donne insieme per combatterla

Sala Bertini alle ville Ponti piena per la tavola rotonda organizzata dalla Questura di Varese: tra i relatori Alessandra Kustermann e Anna Bernardini de Pace

E’ uno dei più gravi problemi sociali, è un fenomeno – stando ai casi conclamati – più grave al nord Italia che al sud, è per lo più sommerso, visto che viene denunciato circa dal 7 per cento delle vittime. Eppure, la violenza contro le donne fino ad adesso era un argomento “da riserva indiana”, da circoli di attiviste. E’ perciò importante vedere lasala Bertini alle Ville Ponti stracolma per una tavola rotonda su questo argomento, e piena non solo di donne, ma anche di uomini. Un segno dei tempi che pian piano stanno cambiando, ma anche di chi l’ha organizzata e dal taglio concreto che è stato dato all’incontro. “In coro contro la violenza” è stato infatti organizzato dalla Questura di Varese con un taglio concreto, pratico, che affronta direttamente le nuove norme e le buone pratiche, avviando il dibattito con chi si confronta quotidianamente con la "parte oscura” di quello che si vuol ridurre a "dibattito culturale” e invece colpisce la vita di molte persone, e di molte famiglie.

Aperta da Alessandra Kustermann, primaria storica dell’ospedale milanese e responsabile del servizio di Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Mangiagalli di Milano, he ha ricordato come «solo una donna su tre ha il coraggio di parlare della violenza subita se perpetrata dal partner», la tavola rotonda è proseguita tra interventi che non hanno nascosto le criticità di un certo tipo di reato:  «Che ha un colpevole e una vittima, senza alcun dubbio, ma il cui rapporto non è cosi semplice da svolgere» come ha sottolineato Manuela Dell’Anna. O svela la distorsione normativa del termine femminicidio: «Dal punto di vista giuridico questo termine è suggestivo ma “ignora”il principio di eguaglianza delle nostre leggi – spiega il Sostituto Procuratore varesino Sabrina di Taranto – il femminicidio per le nostre leggi è innanzitutto un omicidio, indipendentemente dal genere della vittima. Insomma, il termine è una forzatura, ma è necessario in una legge che cerca con forza di limitare un tipo di violenza che ha radici anche culturali».

Molti gli interventi di peso: dal questore di Varese Francesco Messina all’assessore alle pari opportunità della regione Lombardia Paola Bulbarelli; da Anna Maria Bernardini De Pace Avvocato del foro di Milano che ha parlato della “violenza nel silenzio” a Silvia Carozzo, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Varese che ha parlato dell’importanza della sinergia nelle investigazioni in casi di violenza sessuale e maltrattamento domestico. Da Francesco Spatola, Dirigente dei Servizi Sociali di Varese e Domenica Vassallo, Dirigente la Divisione Anticrimine della Questura di Varese, che hanno parlato delle azioni di prevenzione del territorio a Alessandra Simone, dirigente del Commissariato Porta Genova della Questura di Milano che ha portato il caso della "Processing Card: metodologia di intervento per gli operatori di polizia nei casi di maltrattamenti in famiglia”.

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Pubblicato il 04 Dicembre 2013
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