Mirabelli sul pgt per la “nostra Varese”

L'intervento del capogruppo democratico in consiglio comunale

LA NOSTRA VARESE

Nel febbraio del 2009 il Partito Democratico di Varese aveva chiesto alla allora maggioranza

in Consiglio Comunale che, come ormai da vent’anni, era anche allora guidata dalla Lega, di

costruire un PGT che si confrontasse con le esigenze e le richieste dei cittadini, dei professionisti,

delle imprese, delle associazioni di categoria e sindacali. piano di governo capace di dare uno

sviluppo e Punti cardine di quella richiesta erano la visione di un’area varesina non più delimitata

nei suoi stretti confini amministrativi (il tema della “grande Varese”), lo sviluppo della piccola

e media impresa e del commercio, la salvaguardia dei territori del Sacro Monte e del Lago di

Varese, la promozione di Biumo superiore come centro culturale varesino, un nuovo piano casa

ecosostenibile, un nuovo welfare cittadino, la promozione di un sistema di mobilità dolce, fatta di

piste ciclopedonali e limitate zone sensibili a velocità moderata, lo sviluppo e la modernizzazione

dei poli e degli impianti sportivi.uuturo rispetto all’immobilismo ctante degli ultimi anni.

Il nuovo PGT della città di Varese poteva rappresentare (la soluzione sottoposta all’adozione da

parte del Consiglio non la rappresenta minimante) un’ottima opportunità di rendere finalmente

moderno, efficiente e solidale un tessuto socio-urbanistico reduce da almeno due decenni di assenza

di iniziativa e di decisioni orientate alla crescita ed allo sviluppo della città.

Per questo il PD aveva ritenuto e ritiene doveroso indicare gli indirizzi e le linee guida che

costituiscono l’orizzonte cui si ispireranno tutti gli emendamenti e le osservazioni che verranno

presentate dai consiglieri comunali del Partito democratico a questo PGT e che costituiranno

il punto di partenza del nuovo PGT che verrà da noi proposto quando, dopo le prossime

amministrative, governeremo questa città.

Lavoro, sviluppo, sapere, sostenibilità, qualità della vita e solidarietà sono e saranno le linee

guida del nostro modello del Piano di governo del Territorio e che cercheremo di far recepire,

per quanto possibile, stante la totale errata impostazione di questo piano, nelle prossime sedute del

Consiglio.

Lavoro e sviluppo. Non c’è lavoro senza sviluppo, non c’è sviluppo senza impresa e

commercio, ma anche senza luoghi del sapere.

Prima di andare oltre riteniamo opportuno sottolineare come sia necessario investire sui luoghi

del sapere presenti ( o futuri ) nella nostra città. Non ci può essere sviluppo senza la creazione di

un sistema moderno di istruzione e se questo certamente compete allo Stato è altrettanto vero che

interventi che favoriscono l’edilizia scolastica, la realizzazione di scuole moderne efficienti e aperte

alle tecnologie costituiscono il primo potenziale per sviluppare risorse umane e per attrarre cervelli.

Così anche un deciso intervento a superare quelle distanze ormai “provinciali” che tengono lontano

Università, Amministrazione Comunale e la città nel suo insieme dovrebbe essere al centro di un

progetto di governo che si vuole aperto al futuro.

La città di Varese ha associato da sempre il proprio sviluppo al commercio, all’industria

ed alle piccole e medie aziende. Noi riteniamo che -nonostante la Lega in questi anni abbia

cercato di fare di tutto per snaturare il ruolo della nostra città – essa non abbia perso il suo

ruolo di città laboriosa, produttiva ed industriale.

Nel disegno dell’assetto urbanistico della città si deve tenere conto di quella che deve essere una

delle sue vocazioni, che è quella dello sviluppo di una economia innovativa, industrializzata,

ad alto contenuto tecnologico ed elevato potenziale di crescita. Pertanto devono essere

individuate tutte le soluzioni migliori perché le imprese continuino a mantenere in città la

produzione ed affinchè nuove imprese possano insediarvisi, definendo opportuni criteri di

riqualificazione e destinazione degli spazi.

Il sistema del commercio deve essere rivisto nelle sue linee evolutive: per rivitalizzare il

commercio di vicinato in città (e nei rioni) occorre creare nel centro una sorta di “centro

commerciale naturale”, mettendo in rete, in collaborazione con il Distretto del commercio e

le Associazioni di categoria, tutte gli esercizi e le attività presenti sul territorio e dotandole

di tutti i servizi di cui esse necessitino, come percorsi agevolati per la mobilità, reti informatiche

gratuite, parcheggi collocati in posizioni strategiche da intendersi come interscambio modale verso

una mobilità dolce (oggi in Varese assistiamo all’esatto contrario ovvero alla costante chiusura

di esercizi di vicinato storici che hanno caratterizzato la città a vantaggio dell’apertura di nuovi

esercizi in grandi centri commerciali). Opportuno tuttavia sarebbe aprire un tavolo di confronto

affinché si valuti la possibilità di modificare gli attuali assetti del Distretto del commercio proprio in

ragione di una sua evoluzione in una città che deve vedere processi di innovazione anche in questo

settore.

Sostenibilità. Il Partito Democratico è per il contenimento del consumo del suolo e per

l’applicazione del principio della priorità del riuso del suolo edificato. Ciò in conformità, tra

l’altro al disegno di legge approvato recentemente dalla Conferenza Stato-Regioni.

Questo deve portare ad attivare politiche di recupero e restauro del costruito, attraverso incentivi

di volume e di verticalità, specie nelle aree degradate, al fine di contenere il consumo di

territorio, bene da preservare per le generazioni future. Dovrà essere predisposto un piano di

riqualificazione urbanistica delle castellanze, per valorizzarne la peculiarità.

Visto che il Comune di Varese ha atteso 8 anni per adottare il PGT avrebbe potuto predisporre

uno strumento attuale e non vecchio come quello presentato dalla maggioranza che tenesse conto

degli elementi di innovazione nella pianificazione delle città che si sono consolidati negli ultimi

anni (quali ad esempio proprio la concentrazione delle iniziative edificatorie sulle aree dismesse

e degradate per evitare il consumo di suolo). La maggioranza, invece, come si evince sia dagli

ambiti di trasformazione che in quelli di completamento ha previsto il consumo di aree verdi

per ampliare l’edificato. Il comune di Varese, con miopia, sta applicando una tipica politica

urbanistica di sviluppo delle città degli anni 70 dove si andavano ad estendere, anche per ragioni

socio-economiche, gli agglomerati urbani e non del 2013 in piena crisi economica e del settore

immobiliare. Ecco perché riteniamo che sia un documento irricevibile ed ormai vecchio.

La definizione stessa di “Città giardino” porta in primo piano la considerazione massima per

le tematiche ambientali, che devono essere viste come opportunità (si pensi al turismo, alla

green economy e così via), piuttosto che come divieti “del fare”. Vocazione ambientale vuole

dire creazione di una rete di percorsi ciclopedonali che mettano in rete la città ed i suoi parchi,

“vecchi” e di nuova acquisizione (Villa Mylius), in modo da incentivare la mobilità dolce, ed inoltre

la creazione, nelle zone centrali e residenziali, di numerose aree a velocità limitata, per la sicurezza

soprattutto degli anziani e dei bambini.

La fascia esterna alla città deve mantenere ampie porzioni di territorio dotate di attività

agricole specializzate, serra-vivaistiche e agriturismi, introducendo percorsi didattici e

potenziando le porzioni di verde da destinare ad orti cittadini. Per quanto riguarda il lago

dovranno essere previsti interventi strutturali per ridurre inquinamento del sottosuolo e delle

acque, causate da una rete fognaria insufficiente e dall’incompleto collegamento ai depuratori.

Bocciamo senza appello l’idea di trasformare la porzione varesina di territorio che si specchia sul

lago in una sorta di grande grande lunapark del divertimento o dello sport. L’ecosistema del lago va

salvaguardato e la “palestra” naturale che costituisce l’attrattiva migliore per le attività agonisitiche

deve fermarsi a quelle che già sono presenti e ben programmate ( guarda caso ) non dal comune, ma

da privati che in questi anni hanno saputo inserirsi in circuiti internazionali di grande interesse per

una città come la nostra che è di confine e per questo aperta alle genti.

Qualità della vita. Non ci può essere benessere ed una pregevole qualità della vita senza

sviluppo.

La nostra Varese è ormai da alcuni anni in caduta libera nelle classifiche della vivibilità

delle città capoluogo in Italia. Va dunque perseguito con determinazione il fine di migliorare

sensibilmente la vivibilità dei quartieri cittadini, salvaguardando gli spazi di verde ancora

ben presenti, riducendo inquinamento e consumi energetici, aumentando la sicurezza, anche

quella stradale, migliorando le vie di accesso ed evitando di trasformare le castellanze e i quartieri

in gigantesche rotatorie, aumentando la disponibilità di percorsi ciclopedonali e investendo

nell’abbattimento delle barriere architettoniche.

Le dinamiche della città richiedono una particolare attenzione alle tematiche delle infrastrutture

e della mobilità tutta. Obiettivi saranno l’allargamento delle zone a traffico limitato e il

potenziamento dei sistemi di trasporto alternativi alle automobili.

E’ necessario creare una struttura polifunzionale adeguata a congressi e convegni che non penalizzi

le finalità pubbliche rispetto a quelle dei privati. Tale vocazione appare del resto naturale per la

presenza di ville di rilevante qualità storica ed architettonica. Biumo Superiore dovrebbe avere un

ruolo estremamente rilevante per promuovere le bellezze della nostra città.

Per quanto riguarda gli impianti sportivi, il miglioramento ed il potenziamento dei due poli e

degli impianti ora esistenti, dovrà essere accompagnato dall’individuazione di un polo esterno su

cui costruire la città dello sport del futuro, sul modello delle moderne cittadelle sportive che si

ammirano in alcune città italiane ed europee e questo potrà avvenire solo con un cambio di politica,

con una politica amministrativa capace di dialogare col vicino e non intenta, come ora, solo a

pensare a come alzare barriere comunicative per isolare sempre di più il capoluogo.

Solidarietà. Per welfare e solidarietà pensiamo alle politiche della casa, dell’accoglienza, al

diritto alla salute, alla sicurezza, allo studio, all’istruzione.

Il PGT non può trascurare gli aspetti legati alle politiche del welfare di una città: asili nido che

devono rispondere alla domanda presente sul territorio, problematiche degli anziani e dei non abili,

politiche per la famiglia, per la casa e per le nuove cittadinanze.

L’insufficienza di alloggi è oggi una vera emergenza per centinaia di cittadini. Il PGT deve

individuare aree (preferibilmente dismesse) per la progettazione di nuovi insediamenti abitativi,

sperimentando anche a Varese piani di housing sociale già in vigore in alcuni comuni lombardi.

Non solo. Occorre un intervento capace di favorire la messa sul mercato delle centinaia di

appartamenti sfitti che in città ci sono. Non si deve trattare di interventi penalizzanti, ma di

“aiutare” in un certo senso il privato a “fidarsi” anche attraverso l’ente pubblico a mettere a reddito

( calmierato ) un suo bene.

Il nostro territorio deve rispondere ai problemi della salute con la regolare ed intelligente

distribuzione dei presidi sanitari ed inoltre occuparsi degli anziani e degli inabili, con centri diurni

per trascorrere parte della loro vita e con strutture specializzate per l’assistenza.

Da un punto di vista tecnico da una prima lettura a seguito della presentazione complessiva

che ci è stata recentemente proposta dobbiamo denunciare la difficoltà di applicazione degli

strumenti di perequazione e compensazione presenti nel piano delle regole, che prevedono

il commercio di diritti edificatori che devono essere iscritti in un apposito registro: una

difficoltà che produrrà incertezza tra gli operatori e i professionisti del settore edilizio, un

ulteriore appesantimento burocratico per la nostra economia locale.

Il nostro disegno di città, in sintesi, vuole mettere al centro il progetto del territorio come capitale

in grado di procurare in modo continuativo sviluppo e reddito e come tale da accrescere in valore

nel tempo, al contrario, da un lato, di chi pensa di considerare il territorio come fonte di risorse

attraverso il suo sfruttamento incontrollato e, dall’altro, di chi traduce le proprie politiche

conservative all’interno di strumenti di pianificazione generale che per loro natura dovrebbero

guardare al futuro e non al passato.

La versione del PGT che è stata elaborata dalla maggioranza è completamente sbagliata

nell’impostazione, è un PGT che nasce vecchio ed al di là della corposità è vuoto per le ragioni

espresse e che non tiene conto della crisi economica. Esempio su tutti il complesso sistema

della perequazione contenuto nel PGT, studiato per consentire la realizzazione di opere

pubbliche, difficilmente troverà attuazione poiché tale sistema può funzionare solo in un

periodo di grande favore per il mercato immobiliare (e non è certamente questo) ove il diritto

edificatorio non vale di fatto nulla.

Ciò porterà quale conseguenza ad avere delle semplici previsioni sulle tavole del PGT (magari

anche molto belle, in parte condivisibili e suscettibili di appassionare) ma di impossibile

realizzazione. Si tratta quindi di un PGT estratto dal “libro dei sogni” di questa Giunta che non

tiene conto della realtà. Con questa impostazione nessun intervento contenuto potrà mai trovare

attuazione anche quelli più semplici. E’ sbagliata alla radice l’impostazione che la Lega ha

dimostrato di avere in questi anni nel gestire la partita della pianificazione della città esempi

tipici dell’immobilismo leghista ne sono “la barzelletta” del teatro di piazza Repubblica

(che incredibilmente viene riproposta tentando di prolungare l’illusione cui i varesini sono

costretti circa la reale fattibilità dell’intervento) ed il progetto stazioni che, sebbene in parte

condivisibili, il Sindaco Fontana e l’assessore Binelli non sono stati in grado di gestire.

Per il bene dei varesini e di chi opera in città ci batteremo nelle prossime sedute del Consiglio

Comunale per cercare di migliorare, per quanto possibile, la pessima proposta di PGT che ove non

fossimo arrivati al termine ultimo e non fossimo una forza politica responsabile che ha a cuore

Varese dovrebbe essere presa e gettata immediatamente “nel cassonetto dei rifiuti” (anche per

il fatto che non ha visto il coinvolgimento dei cittadini, degli operatori del settore, gli ordini, le

associazioni, ecc.). Quasi 8 anni di lavoro da parte del Sindaco Fontana e dell’assessore Binelli

meritavano un prodotto adeguato in grado di leggere il presente (la grave crisi economica) ed il

futuro (benessere, prosperità e qualità della vita). Invece ci viene sottoposto un PGT “vuoto”, che

nasce vecchio e per nulla partecipato e che non tiene minimamente conto dei contenuti e degli

spunti del documento presentato nel 2009 da PD finalizzato a dare una visione ed una prospettiva

alla Varese del 2020.

Preannunciamo, da subito, che la prossima amministrazione, che a nostro giudizio (per le evidenti

incapacità di chi oggi governa la città) non potrà che essere a guida del PD e delle forze che si

aggregheranno attorno al PD, adotterà quale primo atto la revisione integrale dell’attuale proposta di

PGT, che sarà orientata alle proposte sopra delineate. 

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 18 Dicembre 2013
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