‘Ndrangheta, sequestrati terreni, case e capannoni

Operazione all'alba tra Lombardia e Calabria della Dda di Milano. Gli imprenditori che dovevano riscuotere crediti da altri imprenditori usavano gli uomini della cosca come recupero crediti

Ancora arresti per ‘ndrangheta in Lombardia. 

I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno arrestato all’alba di oggi, mercoledì, otto persone legate al clan Mancuso, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. A quanto riferito dai militari, si tratta di esponenti ritenuti vicini al clan Mancuso, accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’indagine è stata battezzata «Grillo parlante 2» e fa specifico riferimento al fenomeno «dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-imprenditoriale locale» della Lombardia, argomento di cui si è parlato proprio martedì, a Milano, durante la riunione della Commissione parlamentare antimafia.

IL PRESTANOME – Nell’ambito dell’operazione, tuttora in corso, che vede impegnati i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano spicca la figura di M.D., pluripregiudicato 60enne, originario di Vibo Valentia, vero e proprio prestanome della cosca Mancuso di Limbadi, che tramite intestazioni fittizie gestiva immobili e terreni riconducibili alle attività illecite poste in essere dall’organizzazione mafiosa. All’interessato è stata applicata la misura della sorveglianza speciale e sono stati sequestrati, ai fini della confisca, su disposizione del Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, 3 villette, 2 capannoni industriali, 10 appartamenti e 13 terreni agricoli ubicati nei Comuni di Cuggiono, Boffalora Ticino, Bernate Ticino, Castano Primo e Robecchetto con Induno. Il valore complessivo dei beni in sequestro supera i tre milioni di euro.

‘NDRANGHETA RECUPERO CREDITI – Dalle indagini emerge un quadro allarmante con imprenditori lombardi, non solo quelli originari del sud, che si rivolgevano spontaneamente agli ‘ndranghetisti per riscuotere i crediti nei confronti dei propri debitori. Secondo gli inquirenti, gli imprenditori preferivano rivolgersi all’antistato piuttosto che alla magistratura per ottenere giustizia, perché consapevoli che in questo modo avrebbero recuperato rapidamente parte della cifra.

I BOSS IN MANETTE – A dimostrazione del fatto che i boss comandano anche dal carcere sono state notificate le ordinanze di custodia cautelare anche a Sabatino Di Grillo, 38enne della provincia di Vibo Valentia ma residente in Lombardia, ritenuto ai vertici dell’organizzazione e già arrestato a seguito dell’operazione Grillo parlante. Di Grillo è detenuto nel carcere di Opera. L’ordinanza è stata recapitata anche a Vincenzo Evolo, 51enne anche lui di origine calabrese, detenuto nel carcere di Torino e a Rocco Barbaro, 41 anni originario di Platì, arrestato dai carabinieri vicino a Roma mentre si stava dirigendo in auto dalla Lombardia alla Calabria. Ai domiciliari sono finiti invece Giuseppe Crivaro, 44 anni, originario della provincia di Vibo e Mauro Mussari, 50 anni, originario di Catanzaro ma come gli altri residente da anni in Lombardia.

IL PRECEDENTE – L’indagine è una costola dell’attività investigativa conclusa nell’ottobre del 2012, quando furono arrestati 23 soggetti ritenuti appartenenti o collegati alla criminalità organizzata di origine calabrese operante in Lombardia vicini alla cosca Mancuso, tra questi l’allora assessore regionale alla casa del Pdl Domenico Zambetti. L’indagine del 2012 aveva portato, recentemente, allo scioglimento del consiglio comunale di Sedriano per infiltrazioni mafiose, primo in Lombardia. I carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito perquisizioni e arresti, oltre che in Lombardia, anche in alcune province del Sud Italia.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Dicembre 2013
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