Studenti “irrompono” nell’Aula del Consiglio: “Venite fuori”
Un gruppo di studenti entra in Consiglio regionale e srotola striscioni durante la seduta dedicata al bilancio. Sfida ai politici: «Siamo qui fuori, venire a dirci le cose in faccia"
All’improvviso slogan e striscioni irrompono nella fino ad allora poco vivace seduta di Consiglio regionale dedicata al bilancio. Dallo spazio dedicato al pubblico, alcuni studenti srotolano tre striscioni e urlano a gran voce ai consiglieri regionali di uscire «e andare a dire in faccia gli studenti che sono fuori in manifestazione» cosa vuole fare Regione Lombardia per gli studenti.
Gli studenti hanno chiesto risorse per la scuola pubblica «in sfacelo» e criticato duramente le politiche di Regione Lombardia. Alcuni consiglieri di M5S e PD li hanno raggiunti nello spazio del pubblico per dialogare con loro. Nel frattempo davanti alla sede del Pirellone in piazzza Duca D’Aosta ci sono stati tafferugli fra i manifestanti e le forze dell’ordine.
Gli studenti lombardi manifestano oggi lunedì 16 dicembre contro i tagli alla scuola pubblica e i dinanziamenti alla scuole private. La manifestazione è partita a Milano dal centro per poi arrivare al Castello Sforzesco dove hanno colorato di rosso la fontana.
«M5S sta portando sia in Aula che in commissione la protesta verso i buoni scuola per gli studenti delle parificate e il sostegno alle scuole pubbliche rimanendo l’unica forza di opposizione nel consiglio regionale lombardo a sostenere le ragioni del diritto allo studio» commenta la capogruppo Paola Macchi.
Anche il democratico Fabio Pizzul ha cercato di aprire un dialogo con gli studenti, sia fuori che dentro il Pirellone. «Quello delle risorse alla scuola pubbloca è un tema su cui ci battiamo da tempo: sul sistema dote scuola come Pd abbiamo presentato emendamenti e un ordine del giorno per riequilibrare risorse per le famiglie più in difficoltà».
«Gli studenti hanno la nostra solidarietà – commenta Lucia Castellano, capogruppo del Patto Civico -. Il punto inaccettabile della questione, anche a prescindere da come la si possa pensare in merito alle scuole paritarie e alla legittimità del loro finanziamento, è l’esito ulteriormente discriminatorio dei nuovi tagli alla scuola pubblica previsti dal bilancio regionale. Ed è evidente che accentuare le diseguaglianze, anche nell’ambito dell’istruzione, non può che alimentare le tensioni delle parti penalizzate».
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