Accordo sul prezzo del latte, Coldiretti: “segnale positivo”
Prevede un prezzo di 44,5 centesimi al litro e avrà validità dal 1° febbraio sino al prossimo 30 giugno
Accordo fatto sul prezzo del latte: un’intesa che giunge dopo una lunga trattativa ed un confronto durato mesi, al termine della quale prevale il senso di responsabilità e la volontà di “dare fiato alle imprese” con un indice da qui al prossimo aprile. I numeri, innanzitutto: l’accordo raggiunto prevede un prezzo di 44,5 centesimi al litro e avrà validità dal 1° febbraio sino al prossimo 30 giugno.
E’ stato siglato nella giornata di giovedì 16 gennaio tra Italatte e i rappresentanti delle tre organizzazioni di categoria (presente per Coldiretti il presidente regionale Ettore Prandini).
«Il prezzo siglato segna un significativo aumento rispetto al prezzo attualmente in vigore di 42 centesimi al litro – evidenziano Fernando Fiori e Francesco Renzoni, presidente e direttore di Coldiretti Varese – ed è frutto del grande senso di responsabilità dimostrato da tutti nel corso della trattativa, alla luce dell’attuale andamento del mercato del latte e del difficile contesto economico generale. Particolarmente positivo, inoltre, il fatto che, contrariamente a quanto avvenuto in altre precedenti occasioni, il nuovo accordo sia stato sottoscritto prima
della scadenza di quello attualmente in vigore (prevista per il prossimo 31 gennaio), evitando così che si creasse una situazione di incertezza per gli allevatori e consentendo loro di lavorare in una prospettiva economica certa fino al prossimo mese di giugno».
Va rimarcato che l’accordo, siglato in Lombardia, costituisce un importante punto di riferimento per tutte le altre regioni italiane, in quanto la nostra regione, con 4 milioni di tonnellate produce il 40 per cento circa di tutto il latte italiano.
«E’ una certezza importante per gli oltre 100 produttori di latte presenti sul territorio prealpino – aggiunge Fiori -: il perdurare dell’attuale situazione di incertezza avrebbe significato per tutti o quasi la chiusura nel medio termine».
Come aggiunge il direttore della Coldiretti prealpina Renzoni, «la nostra provincia è parte integrante di un “sistema”, quello lombardo, che è ai vertici nazionali per la produzione lattiero-casearia. Un comparto che impegna in tutta la regione circa 6.400 imprese, ma quelle che conferiscono ai primi acquirenti (cooperative e industrie di trasformazione) sono già scese sotto la soglia delle cinquemila. Dati che devono far riflettere sull’importanza di tutelare il futuro di questo importante segmento della nostra economia: non possiamo permetterci la “desertificazione della zootecnia” nella pianura padana, con perdite sia economiche che di posti di lavoro».
Almeno 18 mila persone, fra titolari e dipendenti – stima la Coldiretti – lavorano negli allevamenti da latte della nostra regione. La produzione lattiera della provincia di Varese è, inoltre, determinante per una produzione casearia di qualità e a denominazione di origine protetta: non solo tome e formaggi tipici, ma anche stracchini e Gorgonzola (quest’ultimo, tra i primissimi formaggi italiani più esportati all’estero).
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