“Braccialetti rossi, storie di solidarietà e coraggio”

Andata in onda con successo su RaiUno la fiction diretta dal regista varesino Giacomo Campiotti, dove si raccontano le vicende di un ospedale che accoglie ragazzi malati di tumore. Complimenti anche dal Garante per l'infanzia

Raccoglie molti consensi "Braccialetti Rossi", la fiction di Raiuno diretta dal varesino Giacomo Campiotti, qui per la prima volta impegnato in un progetto che vede la programmazione di ben sei puntate. La prima è andata in onda domenica scorsa su RaiUno e ha avuto 5,3 milioni di spettatori per uno share medio del 20 per cento, con punte del 25.
A questo buon risultato si sono aggiunti nelle ultime ore anche i complimenti Vincenzo Spadafora, Garante per l’infanzia e l’adolescenza: «Non era facile decidere di avventurarsi in una fiction ambientata in un ospedale per bambini. Non era facile far recitare ragazzi senza capelli perché affetti da tumore, eppure sorridenti, allegri, generosi. E soprattutto non era facile far capire che bambini e ragazzi hanno sempre dei diritti, anche e soprattutto quando la malattia li colpisce. Grazie quindi alla Rai e ai dirigenti della fiction».

Braccialetti rossi è infatti la storia di un ospedale per bambini dove si curano i piccoli malati di cancro. «Una storia semplice e speciale, piena di coraggio e voglia di vivere che ritrae con umorismo e tenerezza la vita di sei ragazzini dagli 11 ai 17 anni, che in ospedale formano un gruppo e diverranno inseparabili – si legge nella presentazione della serie Tv, prodotta da Raificion con Palomar -. L’amicizia, la volontà di sopravvivere, il coraggio e la voglia di superare se stessi sono alcuni dei temi di questa serie che unisce il grande romanzo di formazione, la commedia agrodolce del quotidiano e le fresche venature del “teen drama».
Non è la prima volta che Campiotti, qui anche sceneggiatore insieme a Sandro Petraglia, racconta con impegno il mondo giovanile. Si può dire che sia il suo tratto distintivo, tanto che anche l’anno scorso il film per il cinema Bianca come il latte, Rossa come il sangue, ottenne un ottimo successo di pubblico e critica. 

«Insieme a Sandro Petraglia nelle sceneggiature abbiamo cercato di raccontare ragazzi “normali” che vivono semplicemente e pienamente il loro presente, anche se a volte è molto duro – racconta Campiotti -. Una storia di solidarietà e coraggio che offre uno sguardo diverso sulla malattia, che riconosce una grande dignità ai malati e che potrebbe significare molto in un Paese edonista che spesso rimuove il dolore e la malattia e dove sembra che essere ammalati sia una vergogna. In questa storia ci sono sei “eroi”... e non sono tronisti o calciatori».
«Abbiamo lavorato duro- conclude il regista varesino -. Siamo diventati un gruppo. Sul set e fuori. D’accordo con la Produzione, ho creato attorno ai ragazzi una protezione affinché la fatica e lo stress non rovinassero quello che doveva diventare soprattutto un’esperienza di vita. Mi sono avvicinato con grande rispetto e curiosità a loro. Il mio lavoro è stato soprattutto al loro servizio. Non per aiutarli a recitare, ma per aiutarli a non recitare, a rimanere loro stessi anche davanti alla telecamera, mantenendo la loro verità spiazzante. La “fiction” viene dopo».

A questo link è possibile vedere l’intera puntata andata in onda Domenica sera. 
Di seguito invece il video della colonna sonora:


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Gennaio 2014
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