Centenaro: “Inglesi o italiani, l’importante è che siano seri”

Il presidente del Pro Patria Clubs spiega la volontà dei tifosi rispetto ad un possibile passaggio di società: "Da cinque anni viviamo nel timore che la Pro sparisca, vorremmo che questo trend cambi"

Sono ore calde in casa Pro Patria, con la voce – e qualcosa in più – del gruppo inglese interessato a rilevare il club. I tifosi tigrotti però vogliono avere risposte sicure per non brancolare ancora nel buio come purtroppo già accaduto nel recente passato. Il presidente del Pro Patria Clubs, Roberto Centenaro, riassume il pensiero dei sostenitori biancoblu:
«Ho sentito la voce ieri sera – spiega Centenaro – leggendo in prima persona il fax. Credo che l’importante in questo momento sia che queste persone portino un programma serio e un progetto. Vorrei sottolineare che il nostro "sciopero", se così vogliamo chiamarlo, è stato un gesto per cercare di sensibilizzare le parti che compongono la Pro perché noi tifosi siamo stanchi di questa situazione. Da cinque anni ne stiamo vedendo di ogni e la nostra squadra del cuore sembra sempre ad un passo dal dover sparire. Dico solo che la passione va alimentata con le certezze».
Una situazione che sta molto a cuore ai tifosi, che vorrebbero per una volta avere delle basi solide su cui costruire un futuro. «Abbiamo bisogno – continua il presidente del Pro Patria Clubs – di una Pro Patria viva. Non ci interessa se il futuro sarà inglese o italiano, noi vorremmo che si faccia qualcosa si serio. Non chiediamo di vincere sempre, ma almeno di provarci».


Sotto la gestione Vavassori, evidentemente, il popolo biancoblu non ha trovato queste certezze e i successi della squadra sono passati in secondo piano: «Con il patron i risultati sono stati ottimi, due campionati vinti e tante soddisfazioni sul campo, ma abbiamo vissuto queste due stagioni sempre con quel velo di incertezza. Vavassori ha salvato la Pro due anni fa all’ultimo secondo, l’anno scorso abbiamo festeggiato la promozione per pochi giorni perché poi è arrivata la dichiarazione choc che voleva lasciare e ogni mese ci sono stati questi problemi e la domanda "resta o non resta". In questo clima diventa difficile riuscire a coinvolgere i tifosi e a riempire lo stadio. Noi ora pretendiamo che si vada avanti con un programma perché il calcio vissuto come negli ultimi due anni non va bene». 
Eppure il presidente Centenaro aveva costruito un rapporto cordiale con il patron: «È vero, con me Vavassori è sempre stato disponibile, ha sempre risposto alle mie chiamate anche se era lontano da Busto Arsizio per lavoro e sono stato anche uno dei primi a venire a conoscenza della decisione di lasciare la presidenza. Non lo nego, nei miei confronti si è anche confidato, ma svariate volte mi ha palesato la sua incertezza e che ormai era rimasto solo, sintomo che, secondo me, lo avrebbe spinto a lasciare, così come poi è successo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Gennaio 2014
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