Fusione Comuni:“Lega contraria, ma rispettosa del voto”
Francesca Brianza: "Dove il sì ha vinto in tutti i Comuni interessati abbiamo espresso parere favorevole, dove c’è stato anche un solo no da parte di un Comune, abbiamo dato parere negativo"
Le Commissioni Affari istituzionali e quella per il "Riordino delle Autonomie" di Regione Lombardia, riunite oggi in seduta congiunta, hanno analizzato l’esito del voto referendario dello scorso 1 dicembre e si sono espresse per l’accoglimento di nove fusioni: 2 in provincia di Bergamo, 3 in provincia di Como, 1 in provincia di Lecco, 1 in provincia di Pavia, 1 in
provincia di Varese e 1 in provincia di Mantova.
Per quanto riguarda il Varesotto è passata all’unanimità la fusione di Veddasca, Maccagno e Pino Lago Maggiore. C’è però da dire che se una grande maggioranza aveva detto si a Veddasca, a Maccagno e Pino la fusione è passata per pochissimi voti. Addirittura per uno soltanto a Maccagno.
Bloccata invece la fusione di Grantola, Masciago, Ferrera di Varese, Cassano Valcuvia e Mesenzana. Qui i cittadini hanno detto no in tutti i Comuni.
LA LEGA NORD CONTRARIA
E proprio sulla fusione dei Comuni in Lombardia interviene la Lega Nord attraverso la consigliera regionale varesina Francesca Brianza:"“Per quanto riguarda le fusioni abbiamo adottato il medesimo e semplice principio per tutti i Comuni lombardi: il rispetto della volontà popolare espressa attraverso i referendum – dice la consigliera -. Dove il sì ha vinto in tutti i Comuni interessati abbiamo espresso parere favorevole, dove c’è stato anche un solo no
da parte di un Comune, abbiamo dato parere negativo. In questi ultimi casi,
tuttavia, si evince come la contrarietà popolare sia molto diffusa”.
“Negli ultimi anni – continua il consigliere Brianza – la Lega Nord ha sempre mantenuto una posizione di contrarietà alle fusioni, sia per la poca certezza dei risparmi conseguenti sia per una questione di identità messe a forte rischio. Va aggiunto inoltre che in Lombardia il risultato dei referendum ha messo in evidenza che il 50% delle fusioni è stato cercato e voluto dalle amministrazioni comunali ma non dai cittadini. Per questo presenteremo a breve un progetto di legge regionale per far sì che la richiesta di fusione possa pervenire unicamente dalla maggioranza dei cittadini aventi diritto al voto e non più, come accade ora, dai consigli comunali.”
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