Grillini sul piede di guerra “Basta coi falò di Sant’Antonio, inquinano troppo”
Iolanda Nanni, di M5S invoca l'applicazione del "Decreto Terra dei Fuochi": si bruciano oggetti pericolosi per la salute. Il presidente Cattaneo: "
Vin brulè in piazza senza il calore delle fiamme, e scordatevi i bigliettini con scritti i desideri che se ne vanno fra i lapilli: secondo il Movimento Cinque stelle della Lombardia inquinano troppo.
Sul tavolo dell’Assessore Regionale all’ambiente Claudia Terzi, è giunta infatti in questi giorni una richiesta per abrogare la parte della DGR IX/2820 del 22 dicembre 2011: si tratta di una norma regionale che dà la possibilità di accendere fuochi all’aperto proprio per i falò tradizionali: eventi attinenti ai rituali calendari ali della tradizione popolare culturale della Lombardia, i cosiddetti falò di Sant’Antonio, ma anche le Gioeubie, che stanno a significare l’abbandono dell’inverno, che con le fiamme porta all’arrivo della bella stagione.
Una pratica che non piace al movimento fondato da Beppe Grillo.
Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S e firmataria della richiesta dichiara infatti che “le cataste di legno vengono costituite non solo con materiale organico e biologico, ma anche con materiale eterogeneo di ogni genere come, ad esempio, bancali e porte verniciate, scarti di lavorazione, coperture di gomma a cui viene dato fuoco con creazione di colonne di fumo che riversano nell’aria agenti inquinanti e quantità di particolato irritante, tossico, nocivo e cancerogeno per le persone e per l’ambiente”.
Secondo la consigliera regionale “sono infatti numerose le testimonianze raccolte dai cittadini che dimostrano quanto questi falò costituiscano ormai un momento di inciviltà e di mancato rispetto per l’ambiente e per le persone, tanto che aumentano le ordinanze sindacali che vietano espressamente l’accensione di fuochi in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, e in tutte quelle ricorrenze in cui è uso appiccare falò.”
“Nella lettera all’Assessore Terzi – continua Nanni – le ricordiamo che il D. Lgs. 205/2010, che recepisce la Direttiva 2008/98/CE e all’art. 13, che modifica l’art. 185 del D.Lgs. 152/2006, stabilisce che “paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericolosi…”, se non utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente o mettono in pericolo la salute umana, devono essere considerati rifiuti e come tali devono essere trattati. La combustione sul campo dei residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale si configura quindi come illecito smaltimento di rifiuti, sanzionabile penalmente oltre che amministrativamente, ai sensi dell’art. 256 del D. Lgs. 152/2006.
Inoltre, il successivo Decreto-Legge 136/2013 (c.d. Decreto “Terra dei fuochi”) conferma, aggiorna e rinforza tutte le norme già in vigore in materia di sicurezza e prevenzione di inquinamento derivante da incendio doloso. Pertanto, in ottemperanza della normativa vigente ed a salvaguardia e tutela della salute, dell’ambiente e della qualità dell’aria, abbiamo chiesto all’Assessore Terzi di attivarsi per l’abrogazione della Delibera di Giunta del 2011 che a tutt’oggi consente la “salvaguardia dei falò e dei fuochi rituali”.
Una polemica a dire il vero non nuova e che ha riguardato in passato un caso nel Cremonese, qualche anno fa, quando il Corpo Forestale in un’interpretazione restrittiva di una norma regionale vietò l’accensione di un fal . La notizia della posizione dei Cinqauestelle in Regione ha fatto subito il giro dei social network. Lapidario il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, su twitter: “Ecco la politica di M5S: vietare il falò di Sant’Antonio. Una proposta che si commenta da sè”
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