Il mondo di Zio Vanja visto con gli occhi di Bellocchio
Grandissima interpretazione di Sergio Rubini e Michele Placido per il testo Cechov. Sala piena per lo spettacolo andato in scena ieri sera al Teatro Ucc
Un’interpretazione imperdibile quella di Sergio Rubini e Michele Placido nello "Zio Vanja" di Marco Bellocchio. Un testo, quello di Anton Cechov, che viene messo in scena dal regista senza stravolgerne il senso, permettendo allo spettatore di entrare nella casa del professor Serebrjakov prima in punta di piedi, poi trovandosi coinvolto in quel dramma d’amore.
Il pubblico varesino ha molto gradito la scelta di Bellocchio, sottolinenando con lunghi applausi finali due ore e mezza di recitazione intensa che riconciliano il pubblico con il teatro. Un bel segnale per la prosa e per la stagione varesina, considerato che in sala erano presenti più di ottocento persone.
La storia è ambientata nella casa di campagna del professor Serebrjakov, cognato di zio Vanja e padre di Sonia. La prima moglie, sorella di Vanja, è deceduta e il professore si è risposato con Helena. Vanja però è innamorato di Helena che non ricambia il sentimento. Sonia è invece innamorata del dottor Astrov ma questo è invaghito di Helena. Tra pene d’amore e tradimenti, il culmine della storia arriva quando il professor Serebrjakov comunica a Vanja che è intenzionato a vendere il podere dove abitano. Quest’ultimo impazzisce alla notizia e tenta di uccidere il professore con dei colpi di pistola, che miseramente non andranno a segno. Alla fine Serebrjakov e Helena torneranno in città, lasciando a Vanja e Sonia la tenuta di campagna.
La lettura di Bellocchio incuriosisce lo spettatore calandolo in atmosfere sospese, nell’animo di personaggi persi nel loro essere e in una società vuota e indefinita. Liquida, verrebbe da dire, citando il sociologo Baumann. Il resto la fa la bravura degli attori, capaci di mantenere sul palco la tensione del testo. Da sottolineare l’interpretazione di Sergio Rubini che nei panni dello Zio Vanja ci mette tutta la disperazione, la gioia, l’amore, e la bizzarria necessarie a far affezionare a un uomo disperato in cerca dell’amore negato. Altrettanto impeccabile Michele Placido nei panni del vecchio professor Serebrjakov, ruvido e fascinoso al punto giusto in un mondo dove l’amore sembra impossibile, dove la follia si alterna alla quotidianità inutile e vuota.
I dettagli sono importanti e Bellocchio li cura in modo giustamente maniacale, rendendo accattivante anche un contesto desolato come la campagna russa.
Gli altri interpreti, Pier Giorgio Bellocchio è Astrof, Anna Della Rosa è Sonia, Lidiya Liberman è Eelena, Bruno Cariello è Teieghin, Marco Trebian, veste i panni del maggiordono, mentre Maria Lovetti e Lucia Ragni sono rispettivamente la Balia e la Madre.
Il prossimo spettacolo al Teatro di Varese è Il Lago dei Cigni con il St.Petersburg State Ballet in scena venerdì 31 gennaio, alle 21.
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