La Lega contro Kyenge: “Difendiamo le nostre radici”
Il segretario provinciale della Lega Nord, Matteo Bianchi, e il senatore Stefano Candiani criticano la visita del ministro per l'integrazione che ha incontrato gli studenti al Giuditta Pasta
«Il razzismo non c’entra niente e non ci appartiene». Parole di Matteo Bianchi, segretario provinciale della Lega Nord, e Stafano Candiani senatore del Carroccio, e della consigliere regionale Francesca Brianza, che criticano la visita del ministro per l’integrazione che ha incontrato gli studenti al Giuditta Pasta. Una ventina i militanti che hanno protestato silenziosamente fuori dal teatro lunedì mattina. Duri i commenti dei leader del partito.
«Invece di pensare allo jus soli ci si impegni a difendere chi non ha lavoro – spiega Candiani -. Il re, anzi la regina, è nuda…. il tanto, troppo facile perbenismo della Kyenge si è scontrato con la realtà dei fatti: risposte fumose, ipocrite, di chi non conosce i veri problemi della gente. Abbiamo assistito a slogan, stereotipi e mistificazioni a go go con grandi forzature da parte di Gad Lerner all’insegna dell’idea che chi non condivide il Kyenge pensiero è razzista. Secondo il ministro il percorso parlamentare per lo jus soli è già iniziato e il governo lo porterà avanti ma non ha saputo dire se si tratta di disegno di legge di iniziativa parlamentare o del governo: sa almeno come funziona la formazione di una legge? Kyenge è campionessa di lancio di sole, farebbe bene invece a pensare ai veri problemi della gente, delle persone che non hanno lavoro e non dire stupidaggini come quando sostiene che il reato di clandestinità non è giusto perché, come accade a Lampedusa, chi sbarca dopo aver pagato ingenti somme per il trasporto poi viene anche incriminato penalmente… stupidaggini, pericolose stupidaggini».
«Qui abbiamo voluto esserci per fare sapere che le politiche portate avante dal Governo Letta sul tema dell’immigrazione attraverso il ministro Kyenge sono assolutamente sbagliate e avranno esiti disastrosi nell’immediato e nel futuro. La nostra presenza è stata pacifica e non creato alcun problema: il ministro Kyenge avrebbe anche potuto tranquillamente incontrarci se non avese deciso di entrare da una porta laterale – prosegue Bianchi -. Non si possono aprire indiscriminatamente le frontiere e abrogare il reato di immigrazione clandestina: il Paese non reggerebbe anche per un questione di costi sociali. Anche nel Varesotto manca il lavoro per noi, gli stranieri in arrivo sono condannati alla disoccupazione».
Sul tema interviene anche la Brianza: «Nella nostra regione disoccupazione e imprese che chiudono sono all’ordine del giorno, eppure per il Governo Letta e il ministro dell’Integrazione Kyenge la vera battaglia sembra essere l’afflusso di nuovi immigrati attraverso lo "ius soli" e la cittadinanza facile. Lo "ius soli" e l’abrograzione del reato di clandestinità sono due provvedimenti assolutamente dannosi per il nostro Paese e per Regione Lombardia. Poco tempo fa ho avuto modo di comunicare come questa crisi abbia allargato notevolmente il numero dei disoccupati tra gli stranieri regolari. Come si può quindi favorire l’ingresso di altri stranieri che resteranno senza lavoro? Chi sostiene questa politica non si pone delle domande? Non agisce secondo coscienza? La verità è che in Italia manca una politica dell’immigrazione, il Governo Letta non sa affrontare gli sbarchi dei clandestini e come sta facendo con il decreto "svuotacarceri" non risolve il problema. In un caso libera i detenuti, nell’altro apre le frontiere a tutti. Ma i danni sociali ed economici si ripercuoteranno presto sopratutto sulle classi sociali più deboli. La Lega Nord non ci sta e in modo democratico ha tutto il diritto di contestare le politiche del ministro Kyenge coinvolgendo i cittadini. E’ una questione di democrazia".
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