La Lega protesta al casello di Gallarate: “O pagano tutti o nessuno”

Circa duecento militanti hanno manifestato all'uscita della A8: protestano contro il rincaro dei pedaggi autostradali. Con loro Salvini, Bossi e diversi esponenti del territorio

La protesta oggi è per i rincari ai caselli perchè così "non si può andare avanti" lamentano i manifestanti. Ma l’urlo unanime quando arriva il segretario federale Matteo Salvini è uno solo, quello di sempre: "secessione, secessione".
Sono circa duecento i militanti leghisti che sabato mattina hanno risposto all’appello del loro partito: ritrovarsi davanti al casello della A8 di Gallarate e protestare per il rincaro del pedaggio. Con il nuovo anno si paga infatti 1.50 euro invece che 1.40. Sommato a quello di Lainate passato a 1.70, un viaggio andata e ritorno da Varese a Milano costa 6,40 euro.
«Siamo qui per giustizia sociale – spiega -: ci sono mille chilometri di autostrade gratis in Italia e poi ci sono rincari assurdi in Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguari. Con oggi diciamo a chi gestisce la rete autostradale e allo Stato: o pagano tutti o non paga nessuno».
L’appuntamento è alle 11 e a quell’ora l’organizzazione è già ben avviata: le bandiere e gli striscioni ci sono, tutti gli accessi alla rotonda sono presidiati per passare un volantino agli automobilisti mezzi bloccati nel traffico dalla protesta, la maggior parte della gente è già ben compatta su un lato della piazza alla fine di via Vespucci. Nel mezzo della folla, arrivato un po’ a sorpresa sui piani, c’è Umberto Bossi. I militanti lo salutano, gli chiedono come sta. «Bisogna ridistribuire i sacrifici su tutto il paese – ha detto – e non mungere sempre la stessa vacca, il nord».
Lui e Salvini, pochi mesi sfidanti per la guida della Lega, quasi neanche si incrociano in mezzo alla grande piazza. Salvini infatti arriva in macchina dall’autostrada e ovviamente esce senza pagare il pedaggio. Prima di rientrare in A8 si ferma per poco tempo per incontrare i militanti e rilasciare interviste. Poi, come da piano della protesta e in accordo con le forze dell’ordine, risale in macchina e si dirige all’ingresso dell’autostrada a Cavaria. Li i leghisti sono entrati in autostrada per poi uscire al casello rigorosamente senza pagare.
Al presidio non è invece arrivato il presidente della Regione Roberto Maroni, mentre hanno presenziato diversi esponenti del territorio fra cui Giancarlo Giorgetti, Dario Galli e Francesco Speroni. Per il sindaco Attilio Fontana: «E’ una battaglia vicina ai cittadini che usano questa autostrada per andare a lavorare come mezzo di sviluppo anche economico della nostra zona».
In piazza anche il segretario provinciale Matteo Bianchi. «L’appoggio dei cittadini a questa protesta è palpabile e dimostra che siamo sulla strada giusta – ci dice il segretario provinciale Bianchi -. Adesso serve che i nostri uomini presenti nelle istituzioni portino avanti la battaglia come ha fatto pochi giorni il parlamentare Nicola Molteni: a una sua interrogazione ha subito risposto il ministro Lupi dicendo che qualcosa è in effetti da rivedere, pur sostenenddo che il Governo ha già limitato le richieste delle società autostradali. Ma sia chiaro che la responsabilità del cambiamento di questi pedaggi ingiusti passa anche dai parlamentari del Nord che appoggiano il Governo Letta».
Anche Francesca Brianza, consigliera regionale leghista, è al presidio.  «La protesta è sacrosanta e interpreta la volontà popolare – commenta -. Il dato positivo di oggi, al di là del contenuto principale, è stata la notevole partecipazione leghista e il fatto che molti automobilisti di passaggio ci hanno detto di appoggiare la nostra battaglia».
Nel tardo pomeriggio ai leghisti risponderà il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo da Twitter: «Non c’è bisogno della secessione per protestare contro aumenti ai caselli autostradali del 5-10% l’anno, ma certo così non può continuare».
Dopo un’oretta il gruppo di disperde. Qualcuno mormora, dice che si poteva osare di più e bloccare l’uscita. Ma per oggi va bene così e ci si saluta con un "buona Padania"

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Gennaio 2014
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