Per migliorare il pronto soccorso, lo dimezziamo

Summit all'ospedale di Varese. Presenti l'assessore Mantovani, il direttore regionale Bergamaschi, i dg di Asl e Areu, oltre ai politici Rizzi, Marsico, Ferrazzi e Macchi, è stata trovata la medicina per migliorare il PS

Riunione al vertice questo pomeriggio, venerdì 17 gennaio, a Villa Tamagno, la sede della direzione dell’azienda ospedaliera di Varese. L’assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani, dopo il blitz di lunedì scorso in pronto soccorso, ha voluto incontrare il direttore Callisto Bravi ma anche il commissario dell’Azienda sanitaria Berni e il direttore dell’Agenzia dell’emergenza urgenza Zoli. Un summit, a cui ha partecipato anche l’attuale direttore generale della sanità nonché ex dg dell’ospedale di Varese Bergamaschi.

Tutti riuniti attorno a un “paziente” ritenuto grave con la proposta di soluzione redatta in cinque giorni dal dg Bravi. Lo sconcerto espresso lunedì scorso da Mantovani alla vista della barellaia del PS e il dibattito che ne era conseguito, hanno indotto Mantovani ad agire con tempestività. Alla presenza anche del presidente della commissione sanità in Regione Fabio Rizzi e dei consiglieri regionali Marsico, Ferrazzi e Macchi, si è deciso di stravolgere l’attuale reparto diretto dal dottor Francesco Perlasca e di aprire 30 nuovi posti letto. Di fatto, il PS perderà il suo “repartino” di degenza (leggi com’è organizzato il ps) : al suo posto verrà trasferita la neurologia (con la stroke unit) che aumenterà di 6 i posti letto attuali, arrivando a 24. I letti del PS saliranno al quarto e al sesto piano e diventeranno parte integrante della Medicina diretta dalla professoressa Grandi che vedrà aprire ulteriori 24 posti nuovi nuovi. In questo modo, chi arriverà in PS sarà valutato dai medici che, se decideranno per il ricovero, invieranno il paziente al reparto che lo prenderà in carico. In questo modo scomparirà la barellaia , almeno per le degenze prolungate. 

 
«L’ospedale ha 507 letti attivi – ha spiegato Mantovani – con un tasso di saturazione ( turn over) del 95%.  In pronto soccorso ci sono 170 accessi medi al giorno e circa 30 ricoveri. In queste condizioni è chiaro che si crei sofferenza in pronto soccorso che non riesce a far ricoverare le persone in attesa. Abbiamo anche verificato che ci sono delle modalità di dimissione da rivedere: non è possibile che il reparto dimetta il paziente ma lo tenga in carico fino a quando viene il congiunto a prenderlo». 
 
La nuova organizzazione partirà entro tre mesi: « Dal primo di maggio» assicura Mantovani anche se ammette che non sono ancora state calcolate le forze in più da concedere all’azienda varesina : « Sarà un lavoro di analisi che il dg porterà avanti con l’Asl e la direzione regionale. Già lo scorso anno sono state stabilizzate ( assunzioni di personale precario e già operativo) 64 persone di cui 36 infermieri».
 
Per completare il miglioramento dell’offerta di assistenza, però, novità dovranno anche arrivare dall’Asl che si è assunta il compito di rivedere l’offerta dei 90 posti sub acuti ( a media intensità di cura) attualmente utilizzati a macchia di leopardo ( A Cuasso l’utilizzazione è del 12%). Un aiuto potrebbe arrivare dal 118, in base al progetto allo studio del direttore sanitario dell’Asl Taborelli che vuole coinvolgere le ambulanze del 118 nello smistamento di quei pazienti non urgenti che possono essere curati nei centri, pubblici o privati. 
 
Chiaramente, il coinvolgimento e l’ottimizzazione della rete dell’assistenza richiederà tempi più lunghi, ma solo dall’azione sinergica di tutti gli attori potrà derivare un allentamento della pressione sull’ospedale di Varese, l’unico a presentare certe professionalità e alte specialità: « Nonostante ci sia stato lo scorso anno una riorganizzazione del servizio di urgenza ed emergeva con lo spostamento della centrale operativa da Varese a Como – ha chiarito il dg di Areu Zolii nostri interventi nell’ultimo anno a confronto con quelli precedenti, sono perfettamente sovrapponibili. Non ritengo che l’arrivo di causi traumatici al “trauma center” da altre province abbia influito sull’andamento dell’attività del PS». 
 
Decisamente positivo il commento del presidente Rizzi: « Finalmente una risposta che risolverà questa annosa questione. Abbiamo posto le basi per un sistema allargato che alleggerirà la struttura centrale». Parole i lode sono arrivate anche dalla consigliera di 5Stelle Paola Macchi: « Siamo molto contenti che l’assessore abbia controllato la situazione senza avvisare. Una modalità che andrebbe sempre applicata, anche in altre realtà in affanno». Elogi anche dal consigliere Marsico: « Un esempio di “lombardia del fare”» e di Ferrazzi : « Dall’individuazione del problema, ecco arrivare la risposta solerte e precisa»
 
Alla riunione mancavano, a causa di precedenti impegni, il presidente del consiglio lombardo Cattaneo e il capogruppo del PD in Regione Alfieri che, in una nota, ha dichiarato «Un primo passo in avanti, si va nella direzione giusta per evitare che si ripetano le situazioni che purtroppo abbiamo conosciuto in questi anni».
 
A distanza di 4 anni, quindi, il PS di Varese è tornato prepotentemente sotto i riflettori: allora si diede mandato all’ex dg Bergamaschi di aprire 20 posti letto e di attivare procedure di trasferimento in reparto d’urgenza per evitare la barellaia. Una soluzione che, come ha ricordato Rizzi: « Fu solo temporanea, perché non furono 20 posti letto in più ma riorganizzazione dei posti esistenti, e i reparti, piano piano, si sono rimpossessati dei propri letti». Oggi, invece, si disegna un nuovo reparto di PS, senza degenza, chiamato solo a “smistare” i pazienti. Un ritorno all’antico….

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Gennaio 2014
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