Villa Cagnola, Museo Baroffio e Collegiata insieme in vista di Expo

Le tre sedi museali hanno deciso di collaborare per una proposta turistica comune che unisce bellezza e spiritualità

In vista di Expo 2015 tre realtà culturali ecclesiastiche della provincia di Varese hanno deciso di collaborare per una proposta turistica comune: Villa Cagnola di Gazzada, il Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte di Varese, il Museo della Collegiata di Castiglione Olona.

Lo scopo è far conoscere, grazie a un’agile organizzazione e a costi competitivi, tre splendidi luoghi, significativi sia dal punto di vista storico-artistico che spirituale: l’elegante residenza settecentesca di Villa Cagnola e la sua ricca Raccolta d’Arte; il complesso monumentale del Sacro Monte di Varese, patrimonio dell’umanità Unesco, con il Museo Baroffio e del Santuario; lo scrigno rinascimentale di Castiglione Olona, con la Collegiata e il suo Museo, Palazzo Branda e il caratteristico borgo. Mezza giornata è riservata alla visita della città di Varese.

Il pacchetto turistico, dal titolo “Varese Bellezza e Spiritualità”, propone un programma di tre giorni per gruppi di circa 25 persone, con possibilità di personalizzazione a richiesta.

Per informazioni e prenotazioni occorre rivolgersi a Villa Cagnola: tel. +39 0332 461304; reception@villacagnola.it; www.villacagnola.it.

Le sedi:
Villa Cagnola e la sua Collezione

Villa Cagnola, elegante residenza seicentesca circondata da uno splendido parco secolare, domina il Lago di Varese dalla sommità della collina di Gazzada, e gode di un panorama d’eccezione: le Alpi Occidentali e il massiccio del Monte Rosa. La Raccolta d’arte di Villa Cagnola è una delle più belle collezioni private di tavole, perlopiù a fondo oro, di pittori toscani e veneti del Trecento e Quattro-cento e lombardi del Quattro e Cinquecento. Fra gli altri sono presenti Ercole de’ Roberti, il Maestro della Madonna Cagnola, Jacopo Bellini e Antonio e Bartolomeo Vivarini. Nell’ambito della pittura dei Sei e Settecentospicca con diverse opere il veneziano Francesco Guardi. Comprende anche una delle più ricche e complete collezioni di ceramiche, maioliche e porcellane europee ed orientali; spazia tra i primi del Trecento e la ne dell’Ottocento percorrendo in un viaggio immaginario gli stati dell’Europa occidentale sino ad arrivare in Estremo Oriente. Notevoli sono anche i numerosi arazzi fiamminghi e francesi, i preziosi mobili antichi, le placchette in bronzo e le sculture.

Sacro Monte di Varese
La secolare storia di Santa Maria del Monte trova il suo centro nella devozione mariana qui iniziata, secondo la tradizione, da S. Ambrogio nel IV secolo. Le tante vicende architettoniche e decorative che interessarono il santuario, attestato dal X secolo, ma certamente di più antica fondazione, mostrano l’importanza costante che ebbe nel tempo. All’inizio del XVII secolo vennero erette le cappelle dei Misteri del Rosario lungo un ampio viale (2 km circa) che rese sacro tutto il monte. Le architetture delle cappelle, progettate in forme autonome dal varesino Giuseppe Bernascone, le sculture in terracotta policroma e le pitture di artisti lombardi e ticinesi si fondono in studiato rapporto con l’incantevole paesaggio. Nel 2003 il Sacro Monte di Varese, insieme agli altri Sacri Monti lombardi e piemontesi, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Il Museo Baroffio e del Santuario è stato riaperto nel 2001 dopo un accurato restauro, il Museo sorge in splendida posizione panoramica accanto al Santuario di S. Maria del Monte. Il suo ricco patrimonio aiuta a leggere la storia secolare del luogo attraverso la bellezza di sculture romaniche, miniature medievali e rinascimentali, preziosi tessuti quattrocenteschi; grazie alla vasta quadreria donata da Giuseppe Baro﷓o Dall’Aglio, consente inoltre di spaziare tra dipinti fiamminghi, olandesi, lombardi, emiliani e veneti dal XV al XVII secolo. Il museo si è recentemente aperto all’arte del XX secolo grazie alla donazione di Mons. Pasquale Macchi: una sessantina di opere a tema mariano con artisti quali Georges Rouault, Henri Matisse, Bernard Buffet, Floriano Bodini, Renato Guttuso, Luciano Minguzzi, Lello Scorzelli, Mario Radice, Aligi Sassu, Mario Sironi e altri ancora.

Museo della Collegiata – Castiglione Olona
“L’isola di Toscana in Lombardia”: è la celebre definizione data da Gabriele d’Annunzio a Castiglione Olona, borgo che conserva ancora oggi il sapore di un prezioso scrigno quattrocentesco. Di origine tardoromana, fu riplasmato tra 1421 e 1441 secondo il modello delle città ideali del Rinascimento, per volere del cardinale Branda Castiglioni, uno degli uomini più insigni della sua epoca, cultore delle arti e grande diplomatico, uomo di fiducia di diversi papi e dell’Imperatore Sigismondo di Ungheria.
Il più importante monumento voluto da Branda è la Collegiata, che sorge sul colle più alto del borgo, sul sito dell’antico castello di Castiglione, di cui è ancora visibile l’antico portale di ingresso. Il complesso museale comprende la Chiesa e il Battistero, affrescati da Masolino da Panicale, artista fiorentino tra i più grandi mediatori della straordinaria epoca di passaggio dal Gotico Internazionale al Rinascimento. Insieme al senese Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e al fiorentino Paolo Schiavo, attivi al suo fianco nell’abside della Collegiata, Masolino ha lasciato a Castiglione il suo capolavoro: il ciclo affrescato del Battistero, con la sua suggestiva mescolanza di paesaggi e architetture, storia religiosa e attualità rinascimentale, amalgamate  dalla limpida atmosfera caratteristica di Masolino, rende la cappella, dipinta in ogni centimetro, una delle vette artistiche del primo Rinascimento italiano.

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Pubblicato il 17 Gennaio 2014
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