Case popolari, 300mila euro di debiti
Dura critica della Lista Civica Città Viva alle politiche sulla casa della giunta Tarantino: "Crescono i casi di morosità".
"Nelle politiche per la casa l’amministrazione comunale Tarantino ha fallito". La lista civica Città Viva critica fa i conti sulle case popolari e denuncia: "negli ultimi 4 anni si è assistito ad un aumento dell’80% delle morosità". Secondo i dati raccolti, "si è passati da una morosità complessiva di 124.000euro nel 2009 ai 297.000 euro del 2013. A conti fatti in 4 anni si è accumulato un debito verso il comune di 1000 euro in più per ogni abitazione che il comune possiede e assegna secondo una specifica graduatoria". La lista civica richiama cause diverse, ma soprattutto punta il dito sulla "mancanza di controlli e vigilanza da parte della attuale amministrazione e sulla inerzia sostanziale che la contraddistingue anche sul tema delle politiche sulla casa". Una delle critiche al sistema, ad esempio, è la scomparsa della "figura del custode sociale che permetteva di avere un mediatore per le questioni concrete tra comune e inquilini delle stesse case popolari"; e inoltre "non sono più stati effettuati incontri con i rappresentanti delle stesse case popolari, molto utili per valutare le questioni concrete ed i lavori da manutenzione ma anche per sottolineare l’importanza di mantenere un pagamento corretto delle rette.
Il Comune dovrebbe chiedere subito tutti i soldi? Non proprio, anzi: secondo la lista civica il problema dei mancati controlli è proprio che così s’impedisce un’analisi attenta delle esigenze. "E’ chiaro che in un momento di crisi sia per tutti più difficile mantenere il pagamento dell’affitto, ma ci rendiamo conto che se l’amministrazione e la politica non sono in grado di vigilare non si saprà mai distinguere quali sono i reali casi di bisogno e quali i casi di mancanza consapevole" (la foto a destra è d’archivio). La critica della civica è a tutto campo, il danno per le casse comunali è quantificato in "50 euro per ogni famiglia di Samarate". E le risorse che non vengono recuperate si traducono poi in minori politiche attive, come quelle di incontro tra domanda e offerta o per un fondo affitto destinato a chi non riesce a far fronte al pagamento in contratti privati.
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