“I grandi negozi aiutano il commercio, ma serve un piano”
L'amministrazione comunale vuole ridurre da 8 a 3 le nuove aree commerciali, la Lega è critica. Per Massimo Bossi, ex assessore, il problema principale è però il rapporto con il centro storico
«La Media distribuzione può funzionare come attrattore per il commercio». Massimo Bossi, che da assessore all’urbanistica nella giunta Mucci seguì il Pgt di Gallarate, non è certo contrario ai nuovi insediamenti commerciali, di cui si discute in questi giorni. Il tema delle "medie strutture" (i grandi negozi fino a 999 metri quadri) è ora al centro del dibattito sulla Variante con cui il centrosinistra vuole modificare il piano approvato nel 2011. Tra le idee, anche la modifica proprio degli insediamenti commerciali, ridotti da 8 a 3, tutti nella zona ai margini del centro. Una modifica, quella portata avanti dall’assessore Giovanni Pignataro, che vede la preoccupazione della Lega Nord (che lamenta il mantenimento di 3 strutture) ma che Massimo Bossi, oggi Forza Italia, valuta in modo diverso: «Non siamo contrari alla media distribuzione, quello che l’amministrazione non stanno facendo è prendere in considerazione con piani particolareggiati per zone specifiche della città». Cosa significa? «La Media Distribuzione può funzionare come attrattore per il commercio: la nostra amministrazione aveva disegnato il distretto commerciale in modo che le persone potessero muoversi a Gallarate avendo le strutture di media distribuzione che potevano attrarre verso il centro città». Il ragionamento era stato più volte riassunto così, ai tempi della giunta Mucci: se aprono store o grandi negozi (come Zara, Coin o altre grandi marche), questi fanno da richiamo per i clienti, che poi girano per i negozi storici del centro. Ma ora la Variante che il centrosinistra vuole approvare le ridurrebbe a 3, tra le due della zona stazione e quella di via Torino: è una scelta che condividete, tenuto conto anche del contesto economico? «La media distribuzione ci può stare, 3 sono anche relativamente poche dal mio punto di vista, ma l’importante è che sia la relazione con il centro cittadino» continua Bossi. «Può andare bene che si facciano in zona stazione, ma per esempio quella di via Torino deve essere pensata con un collegamento al centro: se c’è una media distribuzione in via Torino, deve esserci un percorso verso il centro, che invogli e aiuti le persone a muoversi verso i negozi, altrimenti il vantaggio sarà solo per l’operatore di via Torino» (nella foto sopra, il centro storico dall’alto; la zona di via Matteotti-via Torino è nell’angolo in basso a destra). Questo genere di approccio dovrebbe essere seguito per tutte le aree e in questo senso Bossi critica anche il nuovo piano per l’area di Casa Calcaterra, tra via Roma e via Postcastello: «L’area di via Roma ha accanto la Borgomaneri (la fabbrica dismessa sull’altro lato di via Roma, nella foto a sinistra, ndr), se si sviluppassero nuovi insediamenti commerciali nella ex Borgomaneri quest’area deve essere collegata obbligatoriamente verso via Postcastello e il centro». Tutti elementi che Bossi imputa anche al Distretto del Commercio, che a suo parere manca di una visione: «L’assessore Protasoni dovrebbe dare le dimissioni, non avendo fatto nulla, neppure il wi-fi promesso»
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