Landini: “In Lombardia solo la Chiesa è più radicata della Cgil”
Lavoro, giovani e pensionati. Il segretario regionale dello Spi-Cgil avverte: «Noi tifiamo per l’autorevolezza della politica, il problema è capire qual è lo spread tra ciò che si dice e ciò che si fa. Se si fallisce il rischio per il Paese è grande»
Nelle assemblee di preparazione al congresso tra i pensionati dello Spi Cgil di Varese si è avvertito un certo disagio. Secondo il nuovo segretario Marinella Magnoni, era una reazione naturale perché la preoccupazione è strettamente legata al rapporto con una politica non in grado di rassicurare i pensionati sul loro futuro. «Se poi a questo aggiungiamo il fatto che il nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi nel suo discorso alle camere non ha accennato alle pensioni – dice il segretario Magnoni – qualche pensiero legittimo viene».
Stefano Landini (foto), segretario regionale dello Spi -Cgil, conferma una certa preoccupazione generata da un quadro politico che non dà certezze alle fasce più deboli. «Noi tifiamo per l’autorevolezza della politica – dice Landini – il problema è capire qual è lo spread tra ciò che si dice e ciò che si fa. Se si fallisce questa volta il rischio per il Paese è grande».
La due giorni alle Ville Ponti ha fatto registrare un grande afflusso di delegati e Landini non pare sorpreso da tanta partecipazione. A marzo sempre alle Ville Ponti di Varese si terrà il congresso regionale e il segretario spera di replicare la stessa intensità di dibattito vista in questi giorni. «Quando qualcuno accusa i pensionati di essere l’elemento responsabile del conflitto generazionale – sottolinea Landini – sa di dire una menzogna, ingiusta come lo sono tutte le menzogne, perché chi ha lavorato da quando aveva tredici anni in fabbrica ha tutto il diritto di avere una pensione senza sentirsi contestare la legittimità di quel reddito. Sembrerà paradossale ma in questi giorni abbiamo parlato molto di lavoro e quindi dei giovani perché i pensionati, a differenza di altre categorie, si sporca le mani tutti i giorni con la realtà. E lo si deve anche a loro se la Cgil in Lombardia è l’organizzazione più radicata dopo la Chiesa».
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