Scuderie senza luce e gas. Il letame rischia di sommergere uomini e cavalli
I tecnici dell'Enel hanno tagliato i fili della luce. Gonnelli (presidente allenatori di galoppo): «Siamo al freddo e il nastro della letamaia è fermo, il rischio è che da lunedì il mucchietto di letame si trasformi in una montagna»
La controversia sulle Scuderie Olona rischia di diventare una storia infinita. L’ultimo capitolo è stato scritto questa mattina, giovedì 27 febbraio, quando i tecnici dell’Enel hanno tagliato la corrente agli edifici di via Galdino. Una situazione che rischia di degenerare velocemente, perché nelle scuderie Olona ci sono più di cento cavalli e vi abitano una ventina di lavoratori che a questo punto sono al buio e al freddo, perché nel frattempo a causa di un guasto all’impianto, l’erogazione di metano è stata sospesa. La prima emergenza riguarda però il letame. L’assenza di elettricità ha bloccato il nastro trasportatore e se non si pone subito rimedio nel giro di pochi giorni si rischia di avere una montagna di letame a ridosso dei condomini confinanti con le scuderie.
Il braccio di ferro tra la proprietà delle scuderie, la Società Varesina Incremento Corse Cavalli (Svicc) del patron Guido Borghi, i proprietari dei cavalli e gli allenatori va avanti da tempo e con l’ultimo colpo di scena sembra allontanarsi dall’auspicata soluzione. «Il 24 febbraio – dice Marco Gonnelli, capo degli allenatori di galoppo – ho avuto un incontro in Comune perché a questo punto è a rischio la stagione estiva di galoppo con tutto quello che comporta soprattutto per i tanti appassionati che affollano Le Bettole durante le riunioni. So che la società Varesina aveva un piano di rientro in quattro anni per il pagamento delle bollette, con una fideiussione da presentare entro domani».
A quanto pare, però, qualcosa non ha funzionato. La vicenda come si diceva più sopra si trascina da almeno tre anni, cioè da quando la Svicc ha presentato un progetto per la riqualificazione immobiliare dell’area delle scuderie e per l’ippodromo, dove si vuole inserire una pista di trotto a mano destra, chiedendo a proprietari e allenatori di spostarsi al centro di allenamento di Castelverde a Caravate. Soluzione non gradita da questi ultimi principalmente per due motivi: la distanza dall’ippodromo che costringerebbe a spostamenti lunghi durante la stagione delle corse di galoppo e la mancanza di servizi adeguati per uomini e cavalli, a partire dall’assenza di acqua corrente. «La Varesina dice che noi non paghiamo – conclude Gonnelli – invece noi abbiamo sempre pagato. Ma su questo punto c’è un contenzioso aperto».
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