Cammino di Santiago per tutti, l’idea di Pietro arriva in fiera

Pietro Scidurlo due anni fa ha percorso la via di pellegrinaggio sulla sua handbike, a forza di braccia. Il suo sogno - realizzare una guida "accessibile" - ora si fa concreto: in questi giorni è alla fiera Fa' La Cosa Giusta, con l'editore Terre di Mezzo

«A distanza di due anni, l’idea che avevamo in mente si sta già concretizzando». Pietro Scidurlo è un uomo determinato, il suo progetto è ormai una «idea», neppure un sogno: due anni, in partenza per la prima volta per il Cammino di Santiago a bordo della sua handbike (la bici spinta a forza di braccia) aveva in mente di trasformare i suoi viaggi in una guida rivolta a chi – come lui – ha delle disabilità che limitano alcune esperienze. Detto, (quasi) fatto: nel weekend Pietro sarà a Fa’ la cosa giusta, la fiera solidale di Milano, per presentare la fase "operativa" che porterà a realizzare la guida al Cammino di Santiago. "Santiago per tutti" è il titolo del progetto, portato avanti dalla sua onlus, Free Wheels, e dall’editore Terre di Mezzo, che ospiterà appunto Pietro nel suo stand a Fa’ la cosa giusta.

Il progetto, l’idea, è ancora da completare, ma finalmente diventa concreta: due spedizioni in Spagna, per ripercorrere due volte il Cammino e mapparlo secondo le esigenze delle persone con disabilità. «Perché pensiamo a disabilità diverse, non solo chi non è autonomo nei movimenti, ma per esempio anche per gli ipovedenti» spiega Pietro «Ad aprile si partirà per la prima tracciatura: una via asfaltata, per handbike, con il censimento di quante più strutture» (nella foto a destra, Pietro in handbike al valico di Cebreiro). In questo, Pietro ripercorre l’esperienza già vissuta lungo il Cammino, fin dal primo viaggio che anche tanti lettori di VareseNews avevano seguito con attenzione. Diverso l’obbiettivo della seconda "missione", che richiederà 60 giorni in estate: «Ai primi di luglio ripercorreremo il tracciato da Sant Jean Pied de Port a Finisterre: un gruppo sulla via antica, sul percorso delle "frecce gialle", mappandolo per chi ha disabilità sensoriali, per esempio gli ipovedenti o i non vedenti. Un altro gruppo farà un percorso misto, asfalto-sentiero storico, pensato per chi si muove in carrozzina». La mappatura verrà accompagnata anche dalla traccia GPS, che confluirà poi nei materiali per la (futura) guida per Terre di Mezzo. Pietro si muoverà con un vero gruppo di collaboratori di Free Wheels, aderenti al progetto che è sostenuto anche da Alha Group, ePrice e Velocub Sommese.

In ogni caso, la sfida è ormai lanciata: «A distanza di due anni dal primo Cammino, l’idea si sta concretizzando: siamo nati per questo, ci stiamo arrivando, è un modo per dimostrare anche che con poco sforzo economico si riesce ad ottener un risultato che è importante per tanti, non solo per uno. Tante persone mi hanno contattato negli ultimi due anni, stiamo dando loro uno strumento per vivere questa esperienza in autonomia» (nella foto: Pietro alla partenza del suo primo viaggio, nel 2012, con la guida di Terre di Mezzo tra le mani). Ma quanto lavoro c’è da fare sul Cammino? Molto, ma Pietro è convinto che la guida servirà anche ad aumentare gli sforzi per rendere aperta a tutti la storica via di pellegrinaggio, ognuno secondo le sue possibilità. «Dopo aver percorso due volte il Cammino, direi che una struttura su quattro è completamente accessibile. La nostra opera è in questo fatta anche per spingere le strutture non solo ad agevolare le persone con disabilità che si presentano, come avviene già adesso, ma anche attrezzarsi meglio».

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Pubblicato il 27 Marzo 2014
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