Concorso dei presidi: Roma blocca le nomine
Doccia fredda sui 350 docenti giunti a Milano per sottoscrivere il contratto da dirigente scolastico. Il Ministero ha deciso di bloccare la procedura a causa di alcune segnalazioni e osservazioni
Concorso presidi ancora nel caos. Rabbia e delusione questa mattina, venerdì 7, tra i 350 vincitori, arrivati a Milano per firmare il nuovo contratto e accolti da un’inaspettata doccia gelata.
Ieri sera, giovedì 6 marzo, dal Ministero dell’Istruzione a Roma è partito un fax in cui si diceva al Direttore dell’Ufficio scolastico regionale De Sanctis di non procedere con la firma e con le nomine a causa di alcune segnalazioni e osservazioni giunte al dicastero. Il Ministero sarebbe contrario perché la nomina comporterebbe il conseguente allontanamento dall’insegnamento scolastico ad anno scolastico iniziato, con negative ripercussioni sulla continuità didattica e sullo svolgimento del valutazioni finali e dell’esame di stato. Secondo alcune fonti, inoltre, potrebbero esserci motivazioni economiche: l’inserimento di nuovi presidi ad anno iniziato e, conseguentemente di nuovi docenti supplenti, non avrebbe adeguata copertura economica. Grande lo sconcerto tra vincitori ma anche tra il personale dell’Ufficio scolastico milanese che aveva preso la decisione di accelerare il percorso di nomina in ruolo dei dirigenti ponendo fine a una situazione di grave sofferenza in cui versa la scuola lombarda.
La notizia, annunciata bruscamente nelle classi, non era piaciuta agli studenti che si vedevano togliere il docente a tre mesi dalla fine della scuola e a 100 giorni dall’Esame di Stato. Petizioni, tam tam su Twitter con l’asta #GiuLeManiaiProf, lettere di protesta hanno invaso soprattutto la rete e magari qualche eco è arrivata anche nella sede del Ministero.
Per cercare di trovare una soluzione dignitosa Francesco De Sanctis e l’assessore lombardo all’Istruzione Valentina Aprea hanno tentato una mediazione con Roma cercando un contatto con il Ministro. Stefania Giannini però, al termine del Consiglio dei Ministri in cui era impegnata, ha ribadito la ferma posizione del Ministero.
Il senso di frustrazione è generalizzato: i candidati, chi per la secona volta chi per la prima, si vedono togliere una nomina conquistata sul campo. Il pericolo è la formula che si è deciso di utilizzare: firma del contratto giuridico con presa in carico effettiva solo dal prossimo 1 settembre, una dicitura che, si teme, non tuteli i vincitori da eventuali sospensive che potrebbero arrivare dal Tar dove sono pendenti numerosi ricorsi.
Dopo un’intera mattinata in attesa del chiarimento, i 350 vincitori sono stati chiamati dal direttore dell’Ufficio scolastico De Sanctis per firmare il contratto che avrà inizio l’1 settembre. Nessuna alternativa, nessuna possibilità di cambiare la decisione.
C’è rabbia per una decisione presa all’ultimo minuto e arrivata come un fulmine a ciel sereno: in altre regione le nomine dei presidi erano avvenute ad anno scolastico avviato. Perché in Lombardia non si poteva?
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