Cresce la protesta contro i nuovi presidi: “Bloccate quelle nomine”
Dopo gli studenti, anche i genitori dei licei di Tradate chiedono di rinviare l'entrata in servizio dei professori vincitori del concorso. Critiche anche da Gallarate
Dopo gli studenti dei licei Curie di Tradate, anche il Consiglio di istituto della stessa scuola si mobilita contro la chiamata dei nuovi presidi: « I genitori del Liceo Curie si associano a quelli di tutte le scuole della regione Lombardia – scrive Patrizia Favrello Presidente del Consiglio d’ Istituto – nel chiedere al direttore dell’ Ufficio Scolastico Territoriale ma, soprattutto, al Ministero e al Primo Ministro Matteo Renzi, di rivedere la decisione presa di far prendere servizio ai nuovi dirigenti nominati già il prossimo 10 marzo. Chiediamo che venga differita la loro entrata in servizio all’ 1/9/2014, permettendo agli studenti di completare serenamente l’ anno scolastico e di affrontare gli esami di terza media e di maturità con i propri professori. In caso contrario ci sarebbe l’ ennesima dimostrazione che la scuola italiana non sia fatta per chi la deve vivere – gli studenti – ma per chi la gestisce».
Una scuola poco sensibile alle esigenze degli studenti viene criticata anche da una madre del liceo di Gallarate Da Vinci: «Stessa sorte tocca a una classe 5 del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Gallarate – ci scrive Emanuela Sommaruga – L’insegnante di matematica e fisica dovrà lasciare i ragazzi a tre mesi dalla maturità con un programma da portare a termine e con il ruolo importante di essere l’unico membro interno della commissione d’esame a conoscerli dalla quarta. Gli alunni sono molto preoccupati: matematica è la materia di indirizzo dello scientifico e materia della seconda prova scritta d’esame. Ci si chiede com’è possibile che qualsiasi contratto di lavoro preveda un tempo di preavviso per poter dare all’azienda la possibilità di riorganizzarsi e a livello scolastico gli alunni non vengano tutelati, anzi l’Ente Pubblico in questione costringe il docente a lasciare l’insegnamento a sette giorni dalle nomine pena la perdita della cattedra di dirigente. Agli insegnanti viene così tolto il diritto e il dovere di portare a termine il programma iniziato a settembre, agli alunni viene tolto il diritto di una continuità agli studi. Ci si rende conto che il sistema non ruota attorno all’interesse dello studente ma è vittima della propria cattiva gestione. Vista la tempistica e l’eccezionalità del caso si auspica una possibilità di deroga almeno per le classi che devono affrontare gli esami».
In tutta la Lombardia sono 355 i professori che da lunedì prossimo, 10 marzo, assumeranno il nuovo incarico e lasceranno la cattedra. Preoccupati sono soprattutto gli studenti all’ultimo anno, che si vedono sottrarre, a poco più di 100 giorni dalla maturità, il professore, magari membro interno nella materia di indirizzo. Contrariati sono i genitori davanti a un sistema che accelera all’ultimo momento dopo aver osservato per 30 mesi le lungaggini di un concorso problematico e su cui, per altro, non è ancora stata detta l’ultima parola.
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