Con la Tasi rincari a raffica per le piccole imprese
Uno studio dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia rivela l'aggravio della nuova tassazione.In provincia di Varese, il passaggio da ICI 2011 a IMU+TASI ha portato un rincaro del 115,8% per la piccola impresa. Mauro Colombo (Confartigianato): «È fondamentale ridurre l’imposizione fiscale per poter rilanciare gli investimenti»
L’impatto della Tassa sui servizi indivisibili (Tasi) ad aliquota tendenziale determina, alla provincia di Varese, un maggiore aggravio in valore assoluto di 536 euro (+17,1%). Dal 2011 al 2014, la tassazione immobiliare sulle imprese varesine (Ici 2011, Imu 2012, Imu + Tares servizi indivisibili 2013 e Imu + Tasi ad aliquota tendenziale 2014) registra un +29,2%; la media regionale è del 32,8%.
A fronte di una aliquota IMU 2013 per gli immobili produttivi pari all’8,9‰, si osserva che la tassazione immobiliare per la piccola impresa tipo in provincia di Varese subisce i seguenti aumenti:
– Dell’ 8,0% con l’applicazione dell’aliquota base Tasi dell’1,0‰;
– Del 17,2% con l’aliquota base Tasi più la maggiorazione dello 0,8‰ ;
– Del 17,1% con aliquota tendenziale dell’1,8‰;
– Del 25,2% con l’aliquota massima.
Nel caso di aliquota base dell’1 per mille, il maggiore prelievo in provincia di Varese è di 8,6 milioni di euro. Si sale a 18,4 milioni con la Tasi 2014 (aliquota 1,8‰) e a 27,2 milioni con la Tasi al 2,5 ‰. La piccola impresa tipo che nel 2013, tra Imu e Tares, pagava 3.145 euro, nel 2014 subisce un aggravio di 251 euro (+8,0%) con la Tasi ad aliquota base, che sale a 792 euro (+25,2%) con la Tasi ad aliquota massima.
Ma quanto incidono Imu e Tares sulle imprese del territorio? Qualche esempio:
La tabella mostra i rincari (solo in un due casi, falegnameria e carrozzeria, si registra un calo utilizzando l’aliquota base TASI 2014) che si verificano in alcune “imprese tipo” del territorio della provincia di Varese. Dalla somma spesa nel 2013 tra IMU e TARES servizi indivisibili, infatti, si nota quanto l’applicazione della TASI – soprattutto l’aliquota massima – penalizzi fortemente le imprese, a partire da quelle del settore manifatturiero.
In Lombardia, dal 2011 al 2014, la tassazione sugli immobili è cresciuta in media del 32,8% ogni anno.Una piccola impresa tipo lombarda pagherà 495 euro in più rispetto al 2013. Quasi mille euro in più per un capannone, se verrà applicata l’aliquota Tasi massima. Nel 2014 si stima, per le imprese lombarde, un maggior prelievo della tassazione immobiliare di 128 milioni di euro, con Tasi ad aliquota base dell’1 per mille, e di 288 milioni di euro con aliquota Tasi massima. dell’1,8 per mille.
Il commento di Mauro Colombo direttore generale di Confartigianato Imprese Varese
«L’analisi a livello lombardo ci porta a sostenere, nuovamente, le nostre tesi legate alla tassazione locale e a quanto è fondamentale ridurre l’imposizione fiscale sulle imprese per poter rilasciare risorse a vantaggio di investimenti e occupazione. In un momento economico particolarmente difficile come questo, le imprese devono poter lavorare e fare fatturato per assicurare posti di lavoro. Mai, come in questo momento, la loro funzione economica e sociale è stata così importante. Per quanto riguarda l’Imu, ricordiamo agli amministratori – e diciamo a quelli che saranno eletti nel mese di maggio – che capannoni, magazzini, laboratori sono beni strumentali delle aziende, perché servono a produrre reddito e ricchezza per il nostro territorio. Equiparare questi beni ad abitazioni di lusso è un errore che rende le imprese, già pesantemente tassate, ancora più vulnerabili. A questo punto non è solo iniquo, ma anche illogico, poter pensare di continuare ad applicare l’Imu su questi beni. E così è anche per la Tari, perché in questo tributo rientrano tutti quei servizi indivisibili che rispondono alle voci di manutenzione delle aree verdi, illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, arredo urbano, sgombero neve. Si tratta, dunque, di servizi diretti alla collettività. È logico pensare ad una equa suddivisione del tributo per abitante, ed evitare che l’ennesima tassa ricada sull’andamento delle attività produttive».
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