Lombardia patria dei kiwi, spopolano le coltivazioni

Incremento del 35% negli ultimi sette anni. Prima in classifica Mantova. Merito del mercato estero e della qualità garantita dai nostri agricoltori

Se credete che la patria del Kiwi sia la Nuova Zelanda siete fuori strada. 
La coltivazione degli alberi di kiwi in Lombardia ha avuto un incremento del 35% negli ultimi sette anni, passando dai 410 ettari del 2007 ai 555 attuali.
 La maggior parte dei quali concentrati nella provincia di Mantova, in pole position con 441 ettari e una resa, nel periodo del raccolto tra ottobre e novembre, pari a circa 370 quintali per ettaro.
 Paola Carra, presidente della Coldiretti di Mantova, ha sottolineato come oltre alla qualità dei kiwi nostrani, a incidere sull’aumento della produzione, è stata soprattutto la richiesta del mercato.
Negli ultimi anni sono aumentate le esportazioni verso Russia, Emirati Arabi e Corea del Sud. Oggi il prezzo all’ingrosso dei kiwi oscilla oggi tra i 30 e i 40 centesimi di euro a seconda del calibro e della qualità del frutto. Una resa che induce molti agricoltori lombardi a puntare sull’energia e sulla resa del frutto verde.
 Lucio Speranzini, 41 anni, di Roverbella, che ha 10 ettari a kiwi, conferma: «Farò un nuovo impianto e aumenterò gli ettari perché c’è molta richiesta sia sul mercato interno che all’estero. A pieno regime le rese arrivano ad oltre 500 quintali per ettaro, anche se poi c’è sempre la minaccia di qualche sbalzo climatico o di qualche malattia».
A livello lombardo, oltre a Mantova, dove si è passati da 319,4 a 441,1 ettari, altre province hanno fatto registrare crescite importanti dei frutteti a kiwi. A Brescia si è passati dai 32,4 a 54,6 ettari con un incremento del terreno coltivato pari al 69%, a Sondrio dai 14,5 si è passati ai 16,2 e Pavia da 8,4 a 10. Trend in controtendenza a Cremona, dove gli impianti sono diminuiti passando da 23 a 21 ettari e a Bergamo dove si è passati dagli 8,2 ai 6,1 ettari. A Varese e a Lecco sono stabili a 1,8 ettari ciascuno mentre a Milano sale da 0,5 a 1,2 ettari.
E il trend commerciale positivo, con nuovi mercati negli Emirati Arabi, Russia e Corea del Sud, spinge gli agricoltori ad aumentare le coltivazioni. Il prezzo all’ingrosso oscilla fra l’euro e 30 centesimi e l’euro e 40 centesimi, con quotazioni variabili a seconda del calibro dei frutti. E se adesso è il momento dei germogli, fra ottobre e novembre sarà quello del raccolto, con una resa fra i 350 e i 370 quintali per ettaro.
Lucio Speranzini, 41 anni, di Roverbella, che ha 10 ettari a kiwi, conferma: «Farò un nuovo impianto e aumenterò gli ettari perché c’è molta richiesta sia sul mercato interno che all’estero.  A pieno regime le rese arrivano ad oltre 500 quintali per ettaro, anche se poi c’è sempre la minaccia di qualche sbalzo climatico o di qualche malattia». 
A livello lombardo, oltre a Mantova, dove si è passati da 319,4 a 441,1 ettari, altre province hanno fatto registrare crescite importante dei frutteti a kiwi: Brescia (da 32,4 a 54,6 ettari con un +69%), Sondrio (da 14,5 a 16,2 ettari) e Pavia (da 8,4 a 10). A Cremona invece gli impianti sono diminuiti passando da 23 a 21 ettari e anche a Bergamo si è scesi da 8,2 a 6,1 ettari. Varese e Lecco sono stabili a 1,8 ettari ciascuno e Milano sale da 0,5 a 1,2 ettari.
Gianfranco Tosi, che coltiva quasi 5 ettari a Monzambano, nell’area delle colline moreniche mantovane al confine con il lago di Garda, spiega che «negli ultimi anni si è assistito ad un aumento della richiesta di frutti, con tre quarti della produzione che vanno all’estero. E’ una coltura che ha bisogno di tante attenzioni a partire dell’accoppiamento piante maschio con piante femmine in un  rapporto 1 a 5. In ogni ettaro ci sono tra i 600 e i 650 alberi. Adesso siamo nella fase dei “germogli”, un momento molto delicato dove il clima e la pioggia giocano un ruolo strategico».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Aprile 2014
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