Ma quel ragazzo è davvero un assassino?
Secondo i suoi avvocati le accuse contro Emiliano Cerutti sono troppo generiche e per questo hanno fatto ricorso in cassazione contro il fermo di polizia
Le dichiarazioni incongruenti di due testimoni, la mancata verbalizzazione di un terzo e poi un sospetto: possibile che Emiliano Cerutti abbia fatto tutto da solo? Sono questi i motivi che hanno indotto gli avvocati Marco Lacchin e Paolo Bossi a rivolgersi alla cassazione contro il fermo del ragazzo di Casalzuigno che la procura accusa di omicidio volontario per la morte di Roberto Colombo, il disabile della frazione Cariola ucciso con un colpo di pistola alla testa e sepolto in un bosco lo scorso autunno. Secondo le accuse Cerutti avrebbe ucciso Colombo perché questi gli aveva sottratto dei lavoretti di giardinaggio a pagamento, e questa rivalità aveva guastato definitivamente i loro rapporto personali. Il tribunale del riesame ha respinto il primo ricorso contro l’arresto. Ma secondo i difensori si tratta di una tesi indiziaria che non ha ancora trovato il conforto di prove schiaccianti.
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