Sprechi all’ospedale di Cuasso? «Intervenga la Corte dei Conti»
Lo chiedono venti comuni della Comunità del Piambello decisi ad andare fino in fondo per capire chi e perché ha svuotato il presidio ospedaliero. Dal 2005 è aperto il cantiere infinito
Sull’ospedale di Cuasso intervenga la Corte dei Conti. Lo chiedono venti comuni della Comunità del Piambello che vogliono capire le ragioni del lento declino del presidio sanitario: «Negli ultimi dieci/quindici anni – spiega Massimo Cesaro sindaco di Cuasso – l’Ospedale ha potuto contare su cospicui finanziamenti regionali anche per il recupero edilizio. Lo stato in cui versa oggi il presidio, abbandonato completamente dalla dirigenza di Varese è, ad opinione di molti frutto di una deliberata strategia dissolutoria di una delle più importanti risorse del territorio. Perché sono stati investiti dei soldi se poi si è agito per svuotare di compiti e funzioni il presidio? Lo chiederemo alla Corte dei Conti
che valuterà se vi è stato danno erariale. E chi ha sbagliato, chiunque esso sia, dovrà pagare».
Il cantiere avviato attorno al padiglione centrale risale al 2005. Fino a oggi sono stati completati il quarto e il secondo piano ma solo quest’ultimo è destinato al ricovero. Il cantiere infinito ha registrato numerose sospensioni prima la rescissione el contratto con l’aziena appaltatrice, poi le misurazioni ella staticità antisismica. Il progetto iniziale prevedeva due lotti: uno da tre milioni e mezzo e uno da sette milioni, ma già all’avvio della prima fase, molti dubitavo della bontà dell’investimento perché già si ventilava la chiusura del plesso. La spesa iniziale era stata di 4 milioni di euro ( nel 2007 la Regione aveva annunciato lo stanziamento i ulteriori 7 milioni per il secondo lotto) .
Ma chi ha sbagliato secondo i rappresentanti del territorio? L’indice accusatore non fa nomi anche se, nel recente passato e proprio in Comunità Montana, i sindaci della Valceresio e della ValgannaValmarchirolo erano arrivati a chiedere la testa del presidente della Commissione regionale sanità, il leghista Fabio Rizzi. Non perché fosse lui il responsabile del boicottaggio passato ma perché in tempi recentissimi si era distinto per un “accanimento terapeutico” anomalo rispetto a Cuasso.
«Il presidio di Cuasso, punta di diamante delle terapie riabilitative anche al di fuori della provincia
di Varese – ricorda la presidente della Comunità Montana, Maria Sole De Medio – vantava sino agli anni Ottanta reparti di radiologia, di diagnostica cardiologica e vascolare per lo studio dell’apparato cardiopolmonare, diagnostica fisiopatologica respiratoria, diagnostica per lo studio dei disturbi del sonno, ambulatori specialistici di gastroenterologia, otorino, oculistica, ginecologia e un laboratorio di analisi cliniche. Capisco che molte specialità siano oggi concentrate su Varese, ma Varese soffre di un eccesso di domanda cui non sa e non può rispondere se non in tempi lunghi mentre altre strutture, come Cuasso, vengono lasciate languire. Perché?».
Ospedale di Cuasso: una storia lunga 95 anni
Lo svuotamento , dunque, è stato progressivo e anche i servizi rimasti non sono ottimali: «Oggi – spiega Cesaro – radiologia, dopo una chiusura immotivata e protrattasi per mesi è attiva solo una volta a settimana, non sono più presenti gli ambulatori di un tempo e l’Ospedale è attivo come presidio territoriale extra ricovero solo per l’erogazione di cure fisiatriche e come centro prelievi, servizi peraltro non funzionanti il sabato. Inoltre i 12 letti per subacuti sono coperti solo parzialmente e non certo perché vi sia assenza di domanda e richiesta
di prestazioni di servizi in tal senso».
«Contraddizioni di un sistema sanitario come quello lombardo che, mentre fa ricorso al
convenzionamento con cliniche e centri privati, abbandona a se stessi alcuni pezzi della sanità pubblica – commentano ancora i sindaci della Valle – Strano destino per Cuasso anche perché ancora nel 2002 la direzione generale dell’Ospedale di Varese rassicurava non solo sul futuro del presidio di
Cuasso ma addirittura ne prospettava, di nuovo, un ruolo come polo di riferimento anche extraprovinciale per la riabilitazione».
«Si faccia chiarezza sul motivo per cui i lavori edilizi avviati nel 2005 non sono mai stati completati – conclude il sindaco di Cuasso –Si faccia chiarezza sul motivo che spinge ad effettuare appalti esterni quando alcuni servizi potrebbero essere ben gestiti dal personale interno ospedaliero. Si chiarisca perché gli utenti devono tutti concentrarsi su Varese quando una parte della domanda sanitaria potrebbe benissimo essere soddisfatta a Cuasso, dove i tempi di attesa sarebbero infinitamente più brevi. E ci si dica che fine hanno fatto i soldi investiti per Cuasso e mai completamente utilizzati».
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