Attorno alla Gisowatt una rete criminale, 17 arresti all’alba
In manette i fratelli Sozzi, proprietari dell'azienda che produce elettrodomestici. Da un lato subivano le estorsioni del clan Tripepi, da un altro corrompevano funzionari di Polizia e infine cercavano di frodare il fisco. Operazione della Procura di Busto e dei carabinieri di Saronno
La Procura di Busto Arsizio, insieme ai Carabinieri di Saronno e alla Guardia di Finanza di Varese hanno portato a termine, alle prime luci dell’alba di oggi, un nuovo blitz nei confronti di 17 persone accusate a vario titolo di estorsioni, usura, riciclaggio, corruzione, atti contrari ai doveri d’ufficio, frode. Al centro della complessa vicenda una cupola formata da imprenditori, esponenti delle forze dell’ordine, ‘ndranghetisti. Tutto ruota intorno ad Emanuele e Gianfranco Sozzi, titolari della Gisowatt di Gorla Minore che produce elettrodomestici, i quali da un lato erano taglieggiati dalla cosca Tripepi-De Marte di Seminara (già al centro dell’indagine che due mesi fa ha portato all’arresto di 38 persone, ndr) e dall’altro corrompevano pubblici ufficiali per ottenere favori e informazioni attraverso le banche dati del ministero dell’Interno. Nel mezzo, attraverso un complesso sistema di svuotamento degli asset aziendali, i due imprenditori hanno cercato di frodare il fisco per circa 5,5 milioni di euro comlessivi.
La rete criminale attorno alla Gisowatt, ricostruita in maniera certosina nelle 130 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare dai carabinieri del Nucleo Operativo radiomobile di Saronno guidati dal maresciallo Salvatore Carrà e dal sostituto procuratore bustocco Pasquale Addesso, mette in luce una realtà agghiacciante che dimostra la penetrazione della ‘ndrangheta nel territorio a cavallo tra le province di Varese, Milano e Como.
LE ESTORSIONI – Secondo gli inquirenti, solo nell’ultimo anno, i fratelli Gianfranco ed Emanuele Sozzi avrebbero versato quasi 40 mila euro alla cosca Tripepi-De Marte per ottenere quella che chiamano “protezione”. Roberto Tripepi (difeso da Francesca Cramis), il fratello Annunziato insieme a Giorgio Clerici (il terzo, Diego, era già finito in carcere nei mesi scorsi, ndr), infatti, avrebbero utilizzato il classico sistema già visto in numerosi altri casi di estorsione: attraverso due componenti del clan, Angelo Paolillo e Giuseppe La Regina, hanno messo in atto una serie di minacce anche di morte nei confronti di Emanuele Sozzi il quale – convinto di poter ottenere aiuto dai Tripepi – si rivolgeva in particolare a Roberto il quale si offriva di mediare nei confronti di Paolillo e La Regina in cambio di soldi. Con questo metodo il gruppo criminale avrebbe ottenuto almeno 38 mila euro senza che Sozzi potesse comprendere che i due che lo minacciavano facevano parte del gruppo di Tripepi.
I PUBBLICI UFFICIALI – I fratelli Sozzi avrebbero operato in maniera spregiudicata anche con le Forze dell’Ordine trovando alcuni poliziotti disposti a vendere informazioni e facilitazioni ai due in cambio a volte di denaro e altre volte di favori. Quattro gli agenti finiti nel mirino della Procura: due erano di servizio alla Questura di Como, uno era di stanza a Malpensa e uno – pur risultando in forze a Varese – si era recentemente trasferito a Brindisi. In particolare i Sozzi erano riusciti a creare un corridoio privilegiato ed esente da controlli allo scalo di Malpensa dove hanno fatto entrare ed uscire dal territorio nazionale una donna di nazionalità brasiliana e una donna dell’est. La prima si è scoperto poi essere la fidanzata di uno dei due. Le due potevano entrare e uscire dall’Italia senza che la loro situazione di immigrate venisse controllata ai normali filtri dell’aeroporto. In altri casi il canale sarebbe stato usato per far entrare o uscire denaro contante da e verso l’estero.
LA FRODE AL FISCO – I due fratelli imprenditori, infine, tramite professionisti compiacenti (in particolare un commercialista bustocco, ndr) avevano architettato un sistema di svuotamento delle proprietà della società Gisowatt – che navigava in cattive acque dal punto di vista finanziario – verso una società immobiliare che avrebbe permesso di fare da scudo ad eventuali controlli fiscali. La Guardia di Finanza di Varese è stata chiamata in causa dai Carabinieri di Saronno che hanno delegato l’indagine al colonnello Giuseppe Fugacci, vero esperto del ramo fiscale, il quale ha scoperchiato il sistema.
I LEGALI – L’avvocato di Gianfranco Sozzi è Cesare Cicorella che si dice «scandalizzato come cittadino per quello che è successo, prima che avvocato – spiega il legale – ci vorrebbe un po’ più di moderazione da parte degli inquirenti che mettono in galera imprenditori con un’azienda che produce e lavoratori che rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada. Per quanto riguarda la ‘ndrangheta i miei clienti sono vittime e non complici, sulla corruzione di pubblici ufficiali non credo che si possa mettere in galera una persona per aver chiesto un aiuto a favore della propria fidanzata brasiliana e sulla frode devo leggere e approfondire le accuse prima di poter dire qualcosa». Francesca Cramis, invece, difende Roberto Tripepi: «Al momento dico solo che le perquisizioni dei carabinieri hanno dato esito negativo».
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