Bellora: “Alla città propongo un patto per lo sviluppo”
Cardano Vive, l'attuale maggioranza, si ripresenta con Angelo Bellora candidato: «Una scelta di continuità, ma soprattutto di responsabilità»
Una scelta di continuità, ma soprattutto di responsabilità. Così Angelo Bellora spiega la decisione di portare avanti il progetto di Cardano Vive, la lista nata due anni fa con Laura Prati, attualizzandola perchè “in due anni le cose sono cambiate profondamente, soprattutto sul fronte economico”. 57 anni, artigiano meccanico e “figlio d’arte”, anche nel suo lavoro ha deciso di essere coerente con le sue idee: non lavora con industrie di armamenti, ma quando è possibile collabora per progetti legati al volontariato o, come sta facendo adesso, alla ricerca per la radioterapia oncologica.
Arrivare a definire la coalizione non è stato facile. Alla fine c’è stata una scelta di continuità
«Lo slogan di Cardano Vive era e resta “responsabilità e bene comune”: è quella responsabilità che sentiamo e che abbiamo deciso di prendere in carico. Nella squadra ci saranno diverse conferme, ma anche volti nuovi. Stiamo lavorando per attualizzare il programma».
Al centro del vostro progetto c’è il lavoro. Cosa proponete concretamente?
«Alla città propongo un patto per lo sviluppo: vorrei riunire intorno a un tavolo tutti gli attori sociali, gli enti istituzionali coinvolti, gli altri comuni e gli istituti di credito per studiare una linea di sviluppo. Per le imprese l’obiettivo è alleggerire gli oneri per i finanziamenti con lo strumento Confidi, ad esempio. L’altra sfida è migliorare le sinergie fra tessuto ricettivo, commerciale e produttivo. Pensiamo agli alberghi nati con Malpensa: serve un’offerta integrata per coloro che sono sì di passaggio, ma che con le fiere magari si fermano più di una notte. Immagino una “guida” di Cardano che raccolga le offerte della città e i servizi per metterli in pratica, come un sistema di bike sharing negli alberghi. Penso anche a piccoli eventi per promuovere le aziende del territorio. Non dimentichiamo che nel 2015 ci sarà Expo: se per il Salone del Mobile gli alberghi sono strapieni per una settimana, li si parla di sei mesi di flusso ininterrotto di persone».
Legato al lavoro c’è il tema di Malpensa. Cosa può fare un Comune?
«Se fossi sindaco oggi, chiederei che i comuni del CUV (Consorzio Urbanistico Volontario ) vengano coinvolti di più. Il CUV deve restare forte. I territori hanno esigenze specifiche: siamo e dobbiamo restare un interlocutore fondamentale».
Come candidato dell’amministrazione uscente “deve” rispondere anche alla critiche. Ad esempio quelle dei commercianti sulla tassazione.
«La crisi ha bloccato le entrare e aumentato le uscite per i Comuni, è stato distruttivo. Si è dovuto chiedere di più per abbassare il debito e pur dolorosamente i cardanesi hanno fatto il loro dovere. Ma ora c’è la possibilità di alleggerire la pressione fiscale e di mettere a frutto questo sforzo. Faremo di tutto perché ogni euro risparmiato sia usato per migliorare i servizi».
Altro tema caldo è quello della polizia locale. Da sindaco come si comporterebbe?
«La via è quella del “supercomando” con Gallarate, strada già iniziata dall’amministrazione attuale. Quando è stata ridefinita fra le polemiche la convenzione con Casorate ci si trovava in un momento difficile e il discorso con Gallarate non era ancora maturo. Ma la collaborazione deve essere più ampia e abbracciare anche il trasporto pubblico e lo Sportello Unico per le Attività Produttive».
Resta incertezza anche sulla casa Paolo VI che al momento è ancora vuota…
«Questa è una situazione che si è complicata nel tempo. Ci sono dei problemi strutturali da risolvere, ma voglio guardare alle prospettive: la struttura è nuova e va utilizzata, al più presto».
In tema di strutture da utilizzare ci sono anche le scuole Pascoli. Cosa pensate per quello spazio?
«Su questo c’è un progetto già studiato da questa amministrazione e che si potrebbe realizzare con il sostegno della Fondazione Cariplo e di altri partner. L’idea è di creare un centro polifunzionale in cui spostare la biblioteca, confermare le associazioni già presenti, dare sede alla Pro Loco e spazio a un centro di aggregazione giovanile. Vogliamo creare spazi di coworking e far partire un fablab: da qui potrebbe partire una reazione a catena su nuove iniziative e possibilità».
L’amministrazione uscente e soprattutto Laura Prati avevano promosso festival e iniziative culturali coraggiose. Le riproporrete?
«Sì. Il Must sarà sicuramente riconfermato e se possibile incentivato nell’ottica anche di “fuori Expo”. Per Libreville questo sarà l’anno del consolidamento e anzi potremmo pensare di farlo diventare una sorta di marchio e proporre altre iniziative nel corso dell’anno».
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