Finale di Coppa Italia, vince la violenza
Il verdetto del campo assegna il trofeo al Napoli che ha battuto la Fiorentina 3-1 ma la serata di ieri passerà alla storia per le violenze accadute fuori dall'Olimpico e sugli spalti della curva dei tifosi ultras partenopei
Un pomeriggio di follia ha rovinato una serata di festa per lo sport e per l’Italia. La finale di Coppa Italia 2013-2014, vinta ieri sera dal Napoli per 3-1 sulla Fiorentina, è iniziata con quasi un’ora di ritardo a causa delle intemperanze dei tifosi ultras. Nel pomeriggio tre tifosi sono rimasti feriti (uno in maniera molto grave al torace e alla colonna vertebrale) da colpi di pistola nei pressi del chiosco di un noto capo ultras della Roma, Daniele De Santis, poi pestato a sangue da altri estremisti del tifo napoletano che volevano vendicare i feriti. Altri scrontri si sono poi verificati nei pressi di Tor di Quinto tra tifosi del Napoli e la Polizia.
Nello stadio la scena più imbarazzante con il direttore sportivo del Napoli Bigon, poi seguito dal capitano del Napoli Hamsik e infine dai responsabili della pubblica sicurezza che – tra fumogeni e bombe carta che feriscono un vigile del fuoco – trattano con uno dei capi della curva napoletana, tale Genny la carogna, per capire se questi pseudotifosi avessero intenzione di permettere il normale svolgimento della gara. L’uomo, per non farsi mancare niente, ha indossato la maglietta che inneggiava alla liberazione del tifoso catanese condannato per l’uccisione dell’ispettore Raciti durante gli scontri allo stadio Massimino nel febbraio 2007. Tensione altissima, preoccupazione sui volti di molti bambini chiamati a fare da coreografia ad uno spettacolo di sport che, invece, si è tramutato nell’ennesimo show della paura come accadde nel 2004 durante il derby Roma-Lazio. L’unica differenza è che questa volta si è giocato comunque. Il presidente del Senato Pietro Grasso, chiamato a premiare la squadra vincitrice, ha stigmatizzato gli episodi definendo «delinquenti» coloro che hanno macchiato l’evento con la solita violenza irrazionale che troppe volte deturpa il calcio italiano.
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