I manifesti fascisti finiscono in consiglio comunale
Pd e Sel hanno presentato un'interrogazione nella quale chiedono al sindaco di prendere una posizione netta contro questo tipo di propaganda che definiscono apologia del fascismo
I manifesti inneggianti al fascismo, comparsi sui tabelloni elettorali in alcune zone di Busto Arsizio nei giorni scorsi, fanno arrabbiare il Pd e Sel che, con un’interrogazione orale in Consiglio Comunale da parte dei due gruppi consiliari che citano la dodicesima disposizione transitoria della Costituzione che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e in particolare citano l’articolo 1 della legge 20 giugno 1952 n. 645 in materia di apologia del fascismo che sanziona «quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.
Il 28 aprile i tabelloni elettorali per le europee situati nella via Castelfidardo, e presso gli spazi pubblicitari siti nella Via Vincenzo Monti ed in Piazza Vittorio Emanuele «sono stati affitti abusivamente dei manifesti di stampo fascista di carattere intimidatorio, come meglio si evince dalla scelta grafica del manifesto in cui compare una figura umana che impugna una spada (vedere allegato), verso tutti i cittadini che si richiamano ai principi costituzionali di libertà, democrazia e ai valori intrinseci della Resistenza rispetto alla barbarie nazi-fascista che hanno sconvolto il mondo intero negli anni 40».
«Tale affissione – scrivono nell’interrogazione Pd e Sel – non è che l’ennesima provocazione che viene operata da ambienti antidemocratici neo-fascisti, tra cui si possono annoverare le scritte ingiuriose comparse negli anni scorsi presso la sedi ANPI di Busto Arsizio e gli attacchi recentemente portati alle sedi del PD di Busto e Legnano».
I consiglieri ricordano che la città di Busto Arsizio è stata insignita della Medaglia di Bronzo al valor militare per la guerra di liberazione e che l’episodio è avvenuto subito dopo che è stata celebrata la Festa della Liberazione occupando spazi elettorali destinati alla propaganda politica per le elezioni europee. Per l’opposizione, dunque, «è un insulto ai principi della democrazia e sottintende il voler sovvertire e denigrare i diritti di libertà di pensiero e di parola che la lotta di liberazione ha consegnato nelle mani dei popoli europei dopo la sconfitta dell’ideologia nazi-fascista».
Per questo chiedono che il Sindaco, in quanto figura istituzionale che rappresenta la cittadinanza intera, nonché i valori fondanti della comunità tra i quali sicuramente si possono annoverare lo spirito antifascista della lotta di liberazione nazionale «esprima e ribadisca pubblicamente durante una seduta di Consiglio Comunale la contrarietà al ripetersi di simili episodi in piena e totale condivisione ai valori della Nostra Costituzione; confermi la lontananza politica ed istituzionale della Città di Busto Arsizio dagli autori di simili gesti; ricordi che la città di Busto Arsizio non dimentica i morti causati dal nazifascismo nel secondo conflitto mondiale come ogni volta avviene con la celebrazione della Festa della Liberazione e solleciti, a nome dell’intero Consiglio Comunale, le autorità competenti affinché vengano individuati i responsabili di tale affissioni e vengano applicate le sanzioni previste per legge in ambito amministrativo e non».
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