Il questore Messina: “I violenti sono il vero problema”

Intervista al capo della pubblica sicurezza. Oggi, la situazione dell'ordine pubblico, con la crisi e le tensioni, è l'aspetto dove si stanno concentrando le maggiori risorse. Il rapporto con antagonisti e ultras

E’ l’ordine pubblico, la violenza di piazza, il problema da tenere sott’occhio, oggi, per la polizia di stato. Lo dice con chiarezza il questore di Varese, Francesco Messina, che in occasione della festa della polizia ci ha rilasciato questa intervista. Messina è a Varese da quasi un anno ma il suo lavoro è stato intenso: «Abbiamo svolto in 12 mesi circa 2700 servizi di ordine pubblico – osserva – un numero davvero rilevante – se teniamo conto che questa provincia ha circa 900mila abitanti, e che la vita politica e sociale è molto frizzante non solo nel capoluogo, come avviene a Bergamo, ma anche a Gallarate, Busto Arsizio, Saronno, Tradate, Luino».

Signor questore oggi le violenze di piazza sono al centro dell’attenzione. E’ preoccupato?
«La situazione è sotto controllo. Ma gli ultimi episodi ci rivelano che dobbiamo avere attenzione. Ci sono realtà che segnalano un clima delicato».

L’ultimo episodio è accaduto il 25 aprile a Saronno, sono partite denunce, c’è un’escalation?
«No, non direi. Ma certo c’è una realtà particolare. Il Telos di Saronno è gruppo antagonista, che quasi sembra rifarsi a un’idea anarco insurrezionalista. Impedire alle istituzioni di manifestare per il 25 aprile è grave. C’è quasi l’idea che si vada in piazza per creare disordini e non mi riferisco solo a Saronno, ma a un clima diffuso in tutta Italia. Credo però che in quella situazione siamo intervenuti correttamente».

Che ne pensa delle polemiche sul ruolo della Polizia e la gestione delle piazze?
«La polzia è il diaframma tra chi vuole manifestare il dissenso e chi vuole essere violento. lavoriamo a garanzia di tutti».

E poi ci sono gli ultras, a Varese come siamo messi?
«Meglio rispetto ad altre realtà. La città innanzitutto è lucida nel suo atteggiamento con le tifoserie organizzate. A Bergamo ad esempio c’è il culto pagano dell’Atalanta, che a volte rende difficoltoso trattare l’argomento».

Che rapporto c’è tra questura e ultras?
«Ricordo che il mio primo giorno a Varese è stato segnato da una rissa tra tifosi allo stadio, e che furono subito disposti dei Daspo. Noi siamo stati molti chiaro. Abbiamo una interlocuzione con la tifoserie organizzate, ma il nostro paletto è il rispetto delle normative. E’ un rapporto basato sulla chiarezza».

Qual è la maggiore difficoltà che avete nel rapportarvi a questo mondo?
«Interpretare la loro mentalità. Loro hanno la convinzione che debbano gestire e controllare il territorio da invasioni di ultrà nemici. L’ordine pubblico invece lo deve tutelare lo stato, e solo lui. La zona dello stadio è vissuta da questi gruppi come una realtà da presidiare».

Calcio e basket, dove incontrate i maggiori problemi?
«Anche nel basket c’è un tifo organizzato, ma non ci sono stati segnali significativi di violenza»

E gli altri reati?
«Siamo nella norma. Prevalgono i reati contro il patrimonio. I furti in casa sono quasi una fisiologia nelle zone del nord, ma li teniamo sotto controllo. C’è lo spaccio, i delitti contro la persona, l’arrivo di novità criminali come l’eroina bianca dal Pakistan, ma anche molto senso vico della gente di Varese, che quando c’è da denunciare, denuncia».

La mafia?
«Gli episodi riconducibili alla criminalità organizzata sono monitorati, ci sono stati buoni risultati in questi anni nella repressione».

In definitiva?
«Direi una complessiva valutazione ottimistica, ma con un attenzione alla delicatezza della situazione dell’ordine pubblico».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Maggio 2014
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