La città pronta ad accogliere il santuario degli sportivi
Dopo l’incontro di sabato il sindaco Giacon si dice fortemente interessata a sostenere il progetto di destinare la Chiesa nuova a “casa” della protettrice dei calciatori
«Non è soltanto una questione di fede, ma anche di cultura e rilancio del territorio». Per questo il sindaco di Laveno Mombello Garziella Giacon, reduce dall’incontro di sabato scorso al teatro Francisum organizzato dal Csi, vede un futuro importante per il dipinto dimenticato della Madonna dei calciatori.
L’opera, realizzata a cavallo tra gli anni 40 e 50 dal pittore Cocquio, versa in uno stato di degrado dopo anni di permanenza nella sacrestia della chiesa nuova, oggi in ristrutturazione. E proprio qui, nella chiesa centrale di Laveno Mombello a cui manca qualche lavoro per poter essere aperta al pubblico, potrà trovare riparo l’opera nata dalle ceneri di Superga e voluta da un prete fuori dal comune, don Natale Motta, che la commissionò a Cocquio per ringraziare l’impegno del mondo del calcio, pronto a sostenere progetti sociali.
«Una storia commuovente che ci sentiamo di appoggiare – ha affermato il sindaco di Laveno Graziella Giacon – . Un progetto che è stato accolto dalle autorità ecclesiastiche presenti in sala (monsignor Franco Agnesi, prevosto di Varese ndr) e politiche (all’incontro erano presenti anche il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo e il numero uno di Comunità montana valli del Luinese Marco Magrini ndr) in maniera molto positiva».
Al convegno “La madonna dei calciatori cerca casa”, infatti, organizzato dal presidente provinciale del Csi Redento Colletto, il clima era quello dell’occasione da non perdere per il territorio» (nella foto, l’opera ritratta in bianco e nero in una rarissima cartolina d’epoca).
Il punto della situazione è il seguente: il dipinto verrà presto restaurato (le sue condizioni sono precarie damo momento che la superficie lignea risulta tarlata): con ogni probabilità, come ha confermato il sindaco, sarà la stessa figlia del pittore Cocquio, che fece da modella per il volto della vergine, ad occuparsene.
«Dal canto loro le istituzioni presenti in sala – ha specificato Graziella Giacon – , a partire da Regione, Comunità Montana e Comune, faranno la loro parte: l’obiettivo è dare una casa al dipinto e aprire al pubblico il santuario della Madonna del Calciatore: la chiesa deve essere soggetta a sistemazione dell’impianto elettrico e ad un’imbiancatura interna, lavoro che speriamo verranno realizzati quanto prima, anche con gli aiuti della società civile e istituzioni».
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