Rosa e tricolore, arriva il Giro di Ivan Santaromita

Il varesino ha tre obiettivi da provare a raggiungere. Si comincia venerdì con la cronosquadre: «Abbiamo un team forte, speriamo anche nel meteo. E vorrei una tappa con addosso la maglia di campione italiano»

La "triade" varesina è atterrata oggi, insieme a tutti gli altri corriodori, a Belfast da dove venerdì comincerà il Giro d’Italia 2014. C’è il veterano, Ivan Basso, che ha già vinto nel 2006 e nel 2010 ed è di nuovo capitano della Cannondale; c’è il "bocia", Eugenio Alafaci, per la prima volta pronto a misurarsi con un impegno di tre settimane con la maglia della Trek. E poi c’è Ivan Santaromita che a 30 anni ha raggiunto la maturità sportiva e parte con molteplici compiti: la squadra (la Orica Green Edge), la voglia di fare classifica e quella di provare a emergere in una singola tappa. Il tutto con la maglia di campione d’Italia sulle spalle con il suo carico di onori ma anche di oneri.

Ivan, primo giorno in Irlanda. Come lo avete trascorso?
«Allenamento sui rulli e poi una bella seduta di massaggi rilassanti. Vi parlo dal lettino del fisioterapista: ci vuole dopo una sudata, anche al chiuso».

Venerdì si comincia: qual è il suo principale obiettivo per la corsa rosa?
«Non ce n’è uno ma tre. Il primo è quello di vincere la cronosquadre che apre il Giro; il secondo è anche un sogno e cioè vestire la maglia rosa per qualche giorno. E poi voglio fare classifica: vorrei provare a terminare la corsa tra i primi dieci».

Se la cronosquadre andasse molto bene, l’obiettivo 1 e l’obiettivo 2 potrebbero anche coincidere.
«Vedremo, non sappiamo ancora chi taglierà per primo il traguardo a prescindere dalla posizione finale della squadra. Di certo la Orica ha diversi specialisti e ci siamo preparati bene all’appuntamento, sia allenandoci sia provando in gara alla Tirreno-Adriatico in cui fummo secondi. Le previsioni danno un meteo variabile, mi auguro che si gareggi in condizioni uguali per tutti».

Poi ci sono le tre settimane di corsa. Come si è preparato quest’anno?
«Ho corso poco, meno delle stagioni scorse, e al Nord ho disputato solo Liegi e Freccia Vallone. Però mi sono allenato parecchio in altura: la condizione mi sembra buona ma ovviamente mi auguro che cresca per arrivare al top nell’ultima settimana, quella decisiva».

C’è una tappa che le fa paure, in ottica classifica?
«Paradossalmente le primissime, quelle irlandesi di sabato e domenica. Ci potrebbero essere pioggia e vento, e poi all’inizio c’è sempre il rischio di cadute e serve la massima attenzione. Poi c’è il tappone di Ponte di Legno con tante salite dure e discese ripide a pochi giorni dalla fine: quello è davvero tosto».
(foto a lato di G. Rubino/Cyclemagazine)

Nel giugno scorso lei conquistò la maglia tricolore con cui non ha ancora vinto. Le pesa un po’?
«Non nego che un po’ mi dispiaccia: vorrei tanto una foto da appendere in casa con un arrivo a braccia alzate con la maglia di campione d’Italia. Però non ci penso troppo anche perché ora ho 21 tappe per provarci».

In qualche frazione particolare?
«No, vedremo giorno per giorno cosa può succedere. Anche perché, come ho detto, curerò anche la classifica generale quindi non sempre avrò la libertà di provarci».

E là davanti, chi si aspetta come possibile vincitore?
«I due principali favoriti, secondo me, sono Nairo Quintana e Joaquim Rodriguez. Quintana se ripeterà la prova del Tour 2013 diventa il corridore più pericoloso, "Purito" si è preparato bene e ci proverà con la sua indole di combattente. In seconda filo metto Cadel Evans, e poi Scarponi, Uran e perché no, anche Ivan Basso. Se troverà la forma giusta nell’ultima settimana può sempre dire la sua».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Maggio 2014
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