Un voto per l’Europa
Ancora una volta per molti la campagna elettorale è stata un'arena di scontro senza entrare nel merito delle ragioni e dei progetti. Domenica scegliamo i nostri rappresentanti in Europa e i nuovi sindaci e non altro
Nella scena finale del film sul giudice Borsellino, sua figlia va a sostenere un esame subito dopo la morte del padre. I professori sono pronti a giustificare un suo ritiro, ma lei, pur straziata dal dolore, con grande dignità chiede di sostenerlo. Lo fa perché il padre le aveva lasciato un grande insegnamento: ognuno deve comportarsi bene e adempiere alla propria responsabilità. E la sua in quel momento è continuare gli studi.
In questi giorni, tanto per non smentirsi, gran parte degli attori politici italiani sembrano dimenticarsi delle ragioni della battaglia elettorale che avrà l’epilogo con il voto di domenica.
Non sarà semplice fare passare il messaggio, ma il 25 maggio si vota solo per rinnovare il Parlamento Europeo, per indicare il presidente della Commissione della Ue, e poi per alcuni comuni.
I toni di questi ultimi giorni sono trascesi vertiginosamente scomodando anche parallelismi imbarazzanti e tirando in ballo personaggi non certo esempi di virtù. A questo si aggiunge la bizzarra idea che il voto di domenica sarebbe un banco di prova generale per mandare a casa tutta la classe politica e anche il Presidente della Repubblica.
Tanti leader politici sembrano aver smarrito ogni traccia della responsabilità che dovrebbe esser il primo elemento del loro dna. Gran parte dell’energia non viene messa per cercar di informare, riflettere, analizzare, proporre progetti per lo sviluppo dell’Europa e migliorare le condizioni di vita di decine di milioni di cittadini, ma solo per calcolare la propria rendita di posizione.
Colpisce che proprio quelli che si proclamano diversi, dopo aver sbandierato la propria linea anti sistema stiano dando prova della più misera omologazione. Si torna alla comunicazione tradizionale con la presenza “strategica” nelle trasmissioni televisive, ma soprattutto si arringa la folla da settimane con slogan di #vinciamonoi senza che abbiano alcun valore le vere ragioni del voto di domenica. Dimostriamo così il peggior provincialismo, ma soprattutto la scarsa serietà rispetto alle istituzioni. Che coscienza civica si possono fare i giovani di fronte alla continua denigrazione di tutto e tutti? Che idea si possono esser fatti i cittadini se vale solo lo slogan che “sono tutti mafiosi”? Che idea si possono fare di noi i nostri partner grazie anche ai quali viviamo ben oltre gli standard che il Paese potrebbe permettersi? E per finire qual è l’idea di comunità, di Stato, di Unione che esce da una campagna elettorale in cui gran parte delle forze politiche di tutto hanno parlato tranne che di Europa?
Ognuno di noi sceglie e vota sulla base di tante e diverse convinzioni. Forse stavolta sarebbe bene tener presente anche il merito del voto, ovvero che stiamo scegliendo chi mandare a rappresentare l’Italia in Europa. Partire da qui per decidere a chi dare il proprio consenso è assumersi la propria responsabilità, anche in nome di quanti hanno dato la vita perché gli ideali di libertà e democrazia potessero esser le pietre fondanti del nostro vivere civile.
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