I Cub: “La Sea non può licenziare”
La nota del sindacato dopo la decisione della maggioranza dei lavoratori di votare no alla proposta di passaggio in Airport Handling
Riceviamo e pubblichiamo la nota del sindacato Cub in merito alla questione Sea Handling: il 58 per cento dei lavoratori chiamati al referendum, ha scelto di votare no alla proposta di passaggio in Airport Handling
Il 22 aprile, la Sea Handling ha aperto la procedura in base alla legge n°223 del 1991.
Questa procedura prevede espressamente una consultazione in ambito aziendale e, se in questa sede non si raggiunge l’accordo, una successiva trattativa in ambito Regionale per la quale è previsto un ulteriore spazio temporale di 30 giorni.
Essendo stati bocciati gli accordi aziendali, la procedura dovrà dunque necessariamente essere trasferita davanti alla Regione che convocherà tutte le ooss e la direzione Sea Handling e dovrà dare spazio ad un nuovo tentativo di accordo che dovrà concludersi entro il 12 luglio 2014.
Quel che è certo, è che fino alla conclusione di questa nuova fase della procedura, SeaHandling non potrà procedere unilateralmente ai licenziamenti!
La legge poi prevede espressamente che, anche in questa fase, si debbano ricercare tutte le possibili soluzioni alternative ai licenziamenti (trasferimenti nel gruppo, cigs, contratti di solidarietà): gli spazi, quindi ,sono ancora ben aperti e risultano imprudenti ed intempestive sia le minacce dell’azienda che le previsioni catastrofiche dei confederali i quali neppure sembrano ricordare che comunque la cigs presso Sea h. è stata concessa fino alla fine dell’anno e suonerebbero del tutto ingiustificati i licenziamenti che intervenissero quando ancora è possibile l’uso della cassa!
Comunque i 300 lavoratori che hanno già firmato una transazione con l’incentivo economico, con il capo del personale Sea, con l’accettazione volontaria della mobilità, finita la procedura potranno essere collocati in mobilità. Così anche risulterebbe contraria ai principi del nostro ordinamento e pura ingiustificata ritorsione la mancata assunzione da parte della capogruppo Sea spa degli oltre 200 lavoratori destinati alla vigilanza.
La Sea cercherà di dividere i lavoratori?
Al Cargo, Mle cambia la cooperativa che movimenta le merci ogni anno. Ad ogni cambio di appalto, la nuova cooperativa riduce gli organici e si scegli i lavoratori delle coop precedente lasciandone a casa una parte e offrendo ai rimasti condizioni di lavoro sempre al ribasso Negli ultimi quattro anni Mle ha cambiato 4 cooperative (coop Airservice, coop Incontro, coop Med e coop Coros), fino a marzo scorso, quando i 220 lavoratori della coop Coros hanno incrociato le braccia per un giorno e mezzo, bloccando interamente il lavoro e costringendo Mle a venire a patti con i sindacati.
Così pensano i fare i dirigenti di Airport Handling?
Le dichiarazioni del presidente di Sea, fanno presagire che la strategia aziendale possa essere la stessa già collaudata al cargo da Mle. Chiamare individualmente i lavoratori di Sea h., e proporre loro di sottoscrivere lettere di assunzione con la rinuncia al preavviso da parte di Sea h. e con l’accettazione dell’applicazione del ccnl assohandler senza gli integrativi Sea.
Così come hanno fatto i lavoratori del Cargo, noi proponiamo a tutti i lavoratori di Sea h., che non hanno accettato l’incentivo o che non saranno collocati in Sea spa, di restare tutti uniti, di non accettare le lettere di assunzioni al ribasso, di esser pronti ad attivare tutte le forme legittime di lotta che assieme individueremo come più opportune ed efficaci.
Ricordiamo, intanto alla direzione aziendale di Sea Handling e di Airport Handling:
– che i singoli lavoratori non stanno lottando in difesa di privilegi. Ma difendono il loro salario e le loro condizioni lavorative, in un settore dove tutti i soggetti fanno profitti;
– che democrazia vuol dire accettare il volere della maggioranza e di conseguenza che tutti sono chiamati a rispettare il parere espresso dai lavoratori;
– che intempestive iniziative delle due aziende sopraindicate dirette, in qualsiasi modo, verso i singoli lavoratori al fine di favorirne, a condizioni di lavoro peggiorative, il passaggio dall’una all’altra prima che sia terminata la procedura prevista dall’art. 4 L.223/1991 dovrà necessariamente riconoscersi come limitativa dell’azione sindacale e quindi come evidente comportamento antisindacale di cui si chiederà la repressione in via giudiziaria e a cui si risponderà con tutte le legittime azioni di lotta.
Cub Trasporti
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