Migranti in festa con il cardinale Scola
La Festa delle Genti diocesana è stata celebrata nella parrocchia della Beata Vergine Addolorata in San Siro
«Questa Festa delle Genti deve trasformarsi nella Milano delle genti. Così si fa la nuova Milano. E la città, in questo, ha una grande responsabilità». Questo appello l’Arcivescovo cardinale Angelo Scola, lo ha lanciato stamane, domenica 8 giugno, solennità di Pentecoste, durante la Festa delle Genti diocesana, celebrata nella parrocchia della Beata Vergine Addolorata in San Siro, uno dei quartieri di Milano (tra via Paravia e via Zamagni) con la maggiore presenza di migranti: il 50% è di origine straniera.
La giornata si è aperta con il corteo verso la chiesa composto da centinaia di bambini dei diversi gruppi nazionali che compongono la popolazione delle parrocchie della zona.
Poi la Messa presieduta dal cardinale Scola in cui sono state molteplici i gruppi etnici protagonisti e le lingue utilizzate: oltre all’italiano coreano, eritreo e altre lingue africane, spagnolo, francese, inglese, rumeno, tagallo, cinese, polacco, portoghese, giapponese.
Il cardinale Scola nella sua omelia ha spiegato il significato della Pentecoste «che contiene l’espressione dello spirito di Gesù risorto capace di costruire, da tante popoli e culture e lingue, la grande famiglia umana. Lo Spirito vince ogni divisione e confusione e ci fa tutti figli dell’unico Padre. Creando l’unità dei diversi nella storia e superando ogni rischio di confusione, la Pentecoste è l’alternativa a Babele».
Nasce da qui, «nell’invocazione allo Spirito Paraclito, che si fa vicino e che non ci lascerà più soli».
Il pensiero del Cardinale è per i tanti problemi che i migranti vivono ogni giorno: «Ricordiamo i centocinquanta siriani che in queste ore sono ospitati da Caritas Ambrosiana a Casa Nazareth, non lontano da qui e alle migliaia che proprio ora stanno attraversando il canale di Sicilia in condizioni disumane, ma riflettiamo anche sul vostro inserimento a Milano, dove avete dovuto rincominciare, spesso senza l’appoggio delle comunità di origine, alle difficoltà del lavoro».
E non dimentica l’Arcivescovo anche “i milanesi di sempre che hanno visto cambiare troppo velocemente il volto della città e che fanno però brillare la generosità e l’apertura. Per essere all’altezza della sua storia, questa Festa delle genti – suggerisce Scola – deve trasformarsi nella Milano delle genti. Qui si fa la nuova Milano e la città, in questo, ha una grande responsabilità».
«Invochiamo lo Spirito per edificare tutto ciò, con una costruzione che deve coinvolgere le tante presenze di questo quartiere: i musulmani, chi proviene dall’Est ed è ortodosso, le religioni orientali. Ognuno deve concorrere al bene di tutta comunità. Non stanchiamoci di imparare ad amare, con quell’amore per Dio, gli altri e noi stessi, che ci rende uomini pieni di dignità».
E, infine, dopo ancora tanti momenti suggestivi che accompagnano e animano la liturgia – graziosissime le giovani dello Sri Lanka che danzano all’offertorio – il grazie speciale dell’Arcivescovo è per don Giancarlo Quadri, da tredici anni responsabile dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti e popolarissimo tra i fedeli stranieri della Diocesi. “Lascia la responsabilità dell’Ufficio ma proseguirà il suo ministero a servizio degli italiani migranti in Belgio”, conclude il cardinale Scola. Infatti dal 1 maggio don Quadri ha lasciato l’incarico di responsabile dell’Ufficio migranti della Diocesi a don Alberto Vitali.
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