Amsterdam, missione compiuta
I cicloturisti di Varese in Europa hanno concluso la sesta e settima (e ultima) tappa del loro viaggio in bicicletta
Buonjour tristesse. Bastogne ci saluta con un cielo plumbeo e una pioggerella d’inizio inverno. Temperatura 11 gradi. Più che pensare a una gradevole pedalata fuori porta, l’atmosfera ci fa pensare ai regali di …Natale. Questa umidità fa anche crescere il muschio sui …caloriferi. Un’oliatina alle catene, pneumatici da gonfiare, i soliti riutali pre-partenza. Si monta in sella passando davanti a un carro armato, triste ricordo di una sanguinosa battaglia. L’umore dei belgi non può essere “solare”, poco propensi a sorridere al nostro passaggio. Tutto è un po’ cupo, grigio, triste. Pedaliamo fra pascoli di mucche e campi verdissimi, ma sbiaditi da una malinconica nebbiolina. Attraversiamo la suggestiva Namur. La tanto rinomata pista ciclabile del Nord è disastrata, bisognosa di un sostanzioso restailing, i tratti che attraversano i boschi sono pieni di detriti, rami e brecciolino, che ci assassinano i pneumatici. Si smoccola almeno otto volte, una vera Waterloo della gomma, inevitabile il ritardo sulla tabella di marcia. Dopo un umidissimo saliscendi si intravede la periferia della capitale belga. Sfiliamo davanti ai palazzi vetrati della Comunità europea, a riceverci davanti al simbolo della Ue ci accolgono commossi, parenti e amici. Con loro il vice presidente dell’Actl Carlo Binda, che solo per il cognome c’è da essere orgogliosi, che sostituisce il nostro “mentore-cantore” Cav. Vic Bifulco che ha litigato col suo cuore ballerino. Negli austeri portici del palazzo europeo il vociare dei varesini e con l’urlo rimbombante di “Varese in Europa” ha attirato l’attenzione di diplomatici e passanti che stupidamente si è complimentano con i protagonisti pedalatori.
Settima e ultima tappa
Bruxelles-Amsterdam
Solo il pensiero di raggiungere l’ultima meta, Amsterdam, non ci fa alzare gli occhi verso il solito cielo carico di pioggia. La tappa è lunga 220 km, con un dislivello irrisorio. Proviamo a essere ottimisti, a tratti sgarelliamo un 50/12. La striscia stretta e semi-asfaltata definita ciclabile, ci “violenta” i cauciù gonfiabili, i 40 km iniziali, fanno già nove vittime. Anche l’ottimismo comincia a trasformarsi in irritazione. Non piove e la pausa a pochi metri dal confine olandese è finalmente “asciutta”, non piove, non pioviggina e la nebbia si è dissolta. Entriamo a CiclOland, si cominciano a vedere le targhe gialle degli “orange”, e non è l’effetto del timido sole che ammicca fiaccamente. Pochi chilometri e tutto cambia, la temperatura si alza, la pista ciclabile si allarga e lusinga le nostre martoriate palmerine. Un altro …Continente. La nuova luce ci fa godere immense pianure di pascoli equini, con arterie verdi, di canali che sbucano da ogni dove. Si buca ancora un paio di volte, ma adesso sembra diverso. Amsterdam è ancora lontana, ma ha già un effetto ammaliante. Un traghettino a Schoonhover, ci imbarca per attraversare un lembo di mare. Pochi metri per farci conoscere da tranquilli olandesi che pedalano sui 300 chilometri di argini che sono gli unici rilievi da scalare. Ultima tappa al mulino di Zaanse per la foto di rito, e poi la grande festa all’arrivo nella capitale olandese accolti da una numerosa folla di amici e parenti, con tanto di bandiere e ghirlande .
Un’altra colonia conquistata, questa volta Amsterdam ci accoglie con più arrosto che …fumo.
Varese in Europa siamo noi!!!
I PROTAGONISTI: Pozzi Vittorio, Lumina Ivan, Zolla Piermarco, Vignati Roberto, Lodo Mario, Collavini Antonio, Derossi Franco, Mantoan Gabriele, Zancanella Marino, Magnani Carlo, Gusmeroli Daniele, Franzetti Paolo, Eumei Nicoletta, Boscaro Vitaliano, Maggi Luigi, Genolini Maurizio, Porrini Flavio, Polinelli Gianni, Belotti Antonio, D’addario Nicola, Zanzucchi Alberto, Franzetti Giuseppe, Meneghin Giampaolo, Visentin Claudio, Ferraris Luca, Bossi Giuseppe e Chini Massimo. Lo staff composto da Cervini Lidia, De Fusco Giovanni e Frasson Claudio
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