Dehors in città, tante tipologie e prezzi da capogiro
Sono 72 le aree pubbliche in città occupate dai tavolini di bar e ristoranti ma non tutti gli esercenti autorizzati sono in regola con i pagamenti. “Stiamo pensando a modifiche sul regolamento”, spiega l’assessore Ivo Azzimonti
Sono complessivamente 72 i bar, pub o ristoranti che offrono uno spazio all’aperto ai propri clienti lungo strade, marciapiedi o vie pubbliche. I dati, dopo le polemiche nate nelle settimane scorse a seguito di quella che sembrava essere un’invasione di dehors, vengono snocciolati dall’assessore Ivo Azzimonti. «Bisogna fare una distinzione tra dehors veri e propri e singole occupazioni di suolo pubblico», mette subito in chiaro l’assessore. Secondo i regolamenti comunali «rientrano nella categoria dei dehors solo quelle strutture fisse e in città ne contiamo solo due: una in piazza Santa Maria e l’altra in San Giovanni». Tutte le altre sono occupazioni di suolo pubblico «temporanee e soggette ad altre regolamentazioni». Ognuna delle richieste presentate «viene valutata dalla polizia locale per l’impatto sulla viabilità e ne vengono controllate la conformità urbanistica e l’impatto sonoro».
Criteri non così stringenti che, dunque, quest’anno hanno portato ad una piccola invasione in zone non esattamente ideali. «Al momento il regolamento non prevede molti margini per dire no ad un esercizio commerciale» e proprio per questo negli uffici di Palazzo Gilardoni si sta pensando a cambiare l’intero documento anche per garantire maggiore sicurezza a chi si ferma in queste zone. E’ dunque per questo motivo che ad oggi si trovano ombrelloni, sedie e tavolini anche all’interno delle aree di parcheggio. «Sono solo 8 quelli in questa tipologia per un’occupazione di massimo 16 parcheggi», precisa l’assessore rispondendo indirettamente all’ex consigliere comunale Audio Porfidio. In questi casi, tra l’altro, «i gestori dei locali devono pagare un corrispettivo ad Agesp per i mancati introiti».
Ma quanto costano queste soluzioni? «Le tariffe sono molte -spiega l’assessore- e spaziano dai 12,5 fino ai 40 euro al metro quadro al giorno sulla base del tipo di installazione e del servizio fornito alla clientela». In ogni caso basta fare qualche calcolo per capire che si parla di centinaia di euro ogni giorno. Non stupisce dunque che «sono in corso azioni legali nei confronti dei diversi esercenti morosi».
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