Fuggito dopo la condanna, è stato arrestato al rientro in Italia
Si tratta di un albanese di 33 anni. Su di lui pendeva una condanna per sequestro di persona, violenza sessuale, circonvenzione di incapace. La vicenda risale al 2009
Un cittadino albanese di 33 anni, Petrit Shullani, è stato arrestato ieri sera dalla Polizia di Stato nel porto di Bari appena sceso dalla motonave proveniente da Durazzo; l’uomo era ricercato dal 2011, dovendo scontare più di quattro anni e mezzo di carcere per una vicenda emersa a Busto Arsizio nel 2008, che aveva portato al suo arresto in flagranza da parte del Commissariato della Polizia di Stato di via Candiani e successivamente alla condanna per una serie di gravi reati: estorsione, sequestro di persona, violenza sessuale, circonvenzione di incapace e lesioni personali.
Nel mese di aprile del 2008 si era presentata in Commissariato una ragazza italiana, allora venticinquenne, che aveva denunciato di essere stata picchiata dall’uomo, con il quale intratteneva una relazione sentimentale. Gli agenti della squadra investigativa del Commissariato decidevano di approfondire le sue dichiarazioni e in breve ricostruivano una vicenda di soprusi e violenze che si protraeva da almeno sei mesi. La vittima, invalida e totalmente soggiogata dallo straniero che all’epoca occupava un appartamento in via Foscolo, era stata dapprima indotta con l’inganno e poi costretta con violenze fisiche e gravi minacce a versare all’albanese la pensione, il libretto postale con i risparmi, telefoni cellulari e monili.
In alcune occasioni l’albanese l’aveva rinchiusa nel suo appartamento trattenendovela con la forza, costringendola con calci e bastonate a svolgere per lui le faccende domestiche e a sottostare alle sue pretese di rapporti sessuali, il tutto anche in presenza di suoi connazionali. I poliziotti avevano dunque teso una trappola all’aguzzino, arrestandolo in flagranza di reato con indosso alcuni beni della sua vittima.
Dopo un periodo trascorso in carcere e agli arresti domiciliari e prima che intervenisse la condanna definitiva tuttavia l’albanese si era allontanato e aveva fatto perdere le sue tracce, evidentemente riparando nel Paese d’origine.
Tuttavia sul suo capo pendeva del 2011 l’Ordine di carcerazione della Procura di Busto Arsizio, che gli è stato notificato ieri sera al rientro in Italia e che l’ha condotto nel carcere del capoluogo pugliese dove sconterà la condanna.
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