Gli strani furti alla Fondazione culturale
Questi sono avvenuti nel 2012 e il liquidatore, Marco Valente, nominato dal giudice rinuncia all'incarico: "Mancano i documenti che sono spariti dagli uffici, necessari a tracciare la situazione"
Due furti di documenti, e il silenzio intorno a questi, infittiscono di ulteriori dubbi la storia della Fondazione Culturale di Gallarate. Siamo venuti a conoscenza di questi sviluppi grazie al carteggio tra il liquidatore designato Marco Valente, il suo predecessore Bruno Cisaro e il tribunale di Varese.
Valente, nominato dal giudice Nicola Cosentino, non ha accettato l’incarico. La comunicazione è stata data dallo stesso liquidatore lo scorso 11 luglio e i motivi sono da ricercare negli eventi che, negli anni, hanno portato la Fondazione a una drammatica situazione economica, oltre a una “sparizione” dei documenti contabili .
Ma andiamo con ordine. La Fondazione Culturale di Gallarate, che gestiva alcuni teatri cittadini e diversi eventi della città, aveva accumulato molti debiti ed era stata posta in liquidazione. In seguito a questa situazione venne nominato un primo liquidatore, Bruno Cisaro, già nel 2012, anno in cui avvenne un primo grave episodio, ovvero la sparizione dei documenti.
La denuncia contro ignoti. da parte del liquidatore è stata presentata 12 luglio 2012 e i fatti risalgono al 28 maggio: «Parte della documentazione della Fondazione e precisamente fatture di acquisto e vendita anno d’imposta 2011 che erano depositati presso l’ufficio dell’Associazione di proprietà del Comune – si legge nella denuncia -, non sono stati trovati».
Passano pochi mesi c’è stata anche una seconda denuncia, presentata il 23 novembre nel 2012. Questa volta spariscono «I libri sociali della fondazione e precisamente il libro verbali assemblee, il libro soci, il libro inventari e il libro delle revisioni».
In tutta questa situazione passano i mesi e i il liquidatore Cisaro, a maggio del 2014, rinuncia all’incarico, lasciando una lettera al nuovo subentrante liquidatore Valente, nominato dal giudice. Si tratta di un elenco della documentazione oggi esistente, tra bilanci, ordinanze, stati patrimoniali e le due denunce per indicare invece la documentazione mancante.
Passano poche settimane e il nuovo liquidatore Marco Valente esprime i propri dubbi al giudice su come poter procedere il proprio incarico: «Senza libri ed adeguata documentazione la mia attività sarebbe di fatto impossibile e comunque del tutto inutile: potrei solo chiudere l’attività liquidatori senza poter svolgere una reale e completa ricognizione del passivo. Inoltre avendomi il liquidatore revocato segnalato che attualmente non vi è alcun attivo reale e concreto e non potendo allo stato neppure promuovere, anche solo in astratto, azioni di responsabilità mancando prove a supporto – stante in particolare il furto/i dei libri di cui è sopra cenno – non vi sono condizioni per operare alcuna attività neppure sul lato dell’attivo».
Il liquidatore Valente annuncia così di non poter accettare l’incarico che gli era stato affidato dal giudice.
La scoperta di questi due furti sono una ulteriore prova degli intrighi e dei pasticci intorno alla Fondazione Culturale. Uno scarica barile tra le due amministrazioni e l’ex dirigenza dell’ente che peserà solo sui creditori. L’allora presidente Mario Lainati, prima che la situazione franasse del tutto, fino alla liquidazione della Fondazione, aveva personalmente garantito sul rispetto degli impegni economici. Ora ci troviamo nella situazione in cui non sarebbe più possibile nemmeno ricostruire l’intera vicenda economica, e con questa la responsabilità per gli amministratori.
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