Ho 54 anni e non ho mai pensato alla mia rottamazione
Se in provincia di Varese si è sviluppato un fiorente metadistretto industriale, vuol dire che anche le condizioni di contesto erano positive e i lavoratori degli enti intermedi rivendicano un ruolo e una parte di merito
«Sono un lavoratore precoce: ho iniziato a 14 anni, oggi ne ho 54 e prima d’ora non ho mai pensato alla pensione perché mi sento in grado di dare ancora molto all’ente per cui lavoro». Il tono del lavoratore (foto) della Camera di Commercio è dispiaciuto, ma la rassegnazione alla rottamazione non trova posto tra le sue parole, nonostante lo scivolo per la sua pensione sia troppo lungo per essere cavalcato.
Le riforme degli enti intermedi stanno creando molta incertezza tra i lavoratori di Provincia e Camera di Commercio, ma c’è anche chi come Franco Martino si dice pronto alla guerra. «Nel mio settore sono il migliore e non temo concorrenti – dice il funzionario dell’ente camerale – per cui se sarà necessario farò il consulente, facendo concorrenza ai privati a cui verranno delegati i servizi. Nel progetto di riforma delle Camere di Commercio c’è molta demagogia, personalmente ho mandato tre mail al ministro, ma non ho ricevuto risposta. Si evita di parlare di alcuni aspetti come le funzioni di controllo, oggi esercitate da un ente terzo e competente. In futuro chi garantirà le stesse terzietà e competenza?».
Il fatto che in provincia di Varese si sia sviluppato un fiorente metadistretto industriale, è anche il risultato di condizioni di contesto positive e i lavoratori degli enti intermedi rivendicano un ruolo e una parte di merito. «Se la competitività tra territori è la direzione da prendere – dice Eloana Cardella, responsabile dell’Ufficio innovazione della Camera di Commercio – per misurarla occorre considerare anche la capacità di dare servizi reali alle imprese. Il sistema camerale ha fatto molto per andare in quella direzione, basti pensare a tutto il processo di informatizzazione».
Uno degli aspetti messi in luce dalla protesta davanti alla prefettura di Varese è la mancata comunicazione delle funzioni svolte dagli enti coinvolti nel disegno di riforma. Il problema è dunque capire se i portatori di interesse, cittadini e imprese, hanno percezione di quanto sta accadendo e cosa comporterà questa riforma per la loro esistenza. Secondo Giuseppe Alongi, dell’ufficio brevetti, sono molti gli imprenditori che quotidianamente esprimono solidarietà ai lavoratori dell’ente camerale, riconoscendo il lavoro fatto sul territorio.
I vertici del sindacato confederale hanno partecipato al presidio, tra loro anche il segretario provinciale della Cgil Umberto Colombo. «Questi lavoratori – ha detto il segretario della Camera del Lavoro di Varese – sono la testimonianza che sia la Camera di Commercio sia la Provincia hanno svolto un ruolo straordinario nel dialogo tra le parti sociali ed è chiaro che senza questi due enti la crisi avrebbe avuto effetti ancor più pesanti. Se Varese è tutt’ora considerata un modello nella concertazione sociale lo dobbiamo anche a loro. Da questa riforma il territorio ne esce impoverito».
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