Il museo Ogliari a Volandia: un trasloco per 25mila pezzi
Firmato al Pirellone l'atto di donazione. «Noi non siamo eterni ed è giusto che il sogno di nostro padre continui a vivere». Reguzzoni: «Appello a Fondazione Cariplo, ci dia una mano»
«Ho la morte nel cuore, ma noi non siamo eterni ed è giusto che il sogno di nostro padre continui a vivere». Giacomo e Maria Rachele Ogliari nel museo del padre a Ranco sono cresciuti, sulle locotive in esposizione giocavano a nascondino. Per questo la scelta che hanno fatto oggi li rende felici per il futuro, ma con la consapevolezza che un pezzo di passato in qualche modo scomparirà. Da oggi, martedì 9 luglio, è ufficiale la donazione della collezione di Franco Ogliari "Museo europeo dei trasporti" a Volandia, il parco e museo del Volo a un passo da Malpensa. La firma dell’atto si è svolta a Milano, alla sede del Consiglio regionale al Pirellone. Presenti i figli di Ogliari, il presidente di Volandia Marco Reguzzoni e il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo.

La futura esposizione, che si snoderà fra i padiglioni di Vizzola Ticino, spazia dalle carrozze ancora a traino animale per passare attraverso le testimonianze dell’epoca delle locomotive a vapore e giungere ai tempi più recenti con la presenza dei primi tram e filobus, nonché con esemplari di locomotori elettrici. Tra i pezzi più pregiati della collezione ferroviaria alcuni tram extraurbani ATM, una locomotiva elettrica a sistema trifase e una vecchia “littorina” a cremagliera in uso sulle linee della Sila.
«Con questa generosa fusione di due importanti realtà, si dà corpo alla creazione di un polo museale di grande valore su territorio lombardo – ha affermato Cattaneo –. Sarà una sorta di museo nel museo, in una posizione strategica come è la zona di Malpensa».
Davanti adesso c’è l’impresa del trasloco, ma per oggi il pensiero va ancora al passato, al sogno di Ogliari scomparso cinque anni fa. «Nell’ottobre scorso abbiamo organizzato, proprio a Volandia, una serata in suo onore per lanciare questo progetto e condividerlo con il territorio – ha raccontato Reguzzoni –. Oggi, dopo nove mesi, quel sogno è diventato realtà. E di questo voglio ringraziare i figli Giacomo e Maria Rachele che hanno condiviso e supportato questa importante scelta. Il Museo dei Trasporti cambierà soltanto sede, ma lo spirito con cui il professor Ogliari l’ha pensato e costruito negli anni non cambierà di una virgola».
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