La Gisowatt è fallita, a rischio 27 lavoratori
La decisione è del Tribunale di Busto che ha accolto la proposta del Pubblico Ministero. Ora il futuro dell’azienda e dei lavoratori è nelle mani del curatore fallimentare mentre la posizione dei due titolari potrebbe ulteriormente aggravarsi
Fallimento. E’ questo il nuovo status della Gisowatt di Gorla Minore dopo la decisione del Tribunale di Busto di lunedì 7 luglio. L’azienda è salita agli onori delle cronache da quando, lo scorso 14 maggio, sono finite in manette 17 persone collegate ad una presunta rete criminale nata e cresciuta attorno all’azienda.
In carcere sono finiti anche i due titolari dell’azienda e, da quel momento, in difficoltà sono finiti anche i 27 dipendenti della Gisowatt. Per quasi due mesi, con i conti congelati e la produzione ferma, i dipendenti hanno temuto il peggio fino a quando il 26 giugno i rappresentanti dell’azienda hanno incontrato il giudice e il Pubblico Ministero Pasquale Addesso. Sul tavolo due proposte: la prima, auspicata dai legali della Gisowatt, era l’avvio di una procedura di concordato con il termine di 60 giorni per presentare un piano industriale ma il PM si è opposto. La Procura della Repubblica chiedeva invece la procedura di fallimento e il Tribunale ha deciso di propendere per questa seconda ipotesi.
Il Tribunale ha dunque sciolto la propria riserva affidando il destino della società al curatore fallimentare Salvatore Scalise. In questo modo per l’azienda si apre una fase nuova. Nei prossimi giorni i sindacati puntano ad incontrare il curatore fallimentare per concordare la migliore strategia per tutelare i dipendenti mentre la posizione dei fratelli Sozzi, i titolari dell’azienda, potrebbe ulteriormente aggravarsi con nuove accuse. All’orizzonte, comunque, pare ci siano già dei potenziali acquirenti per alcuni rami dell’azienda e il nuovo status della Gisowatt potrebbe agevolare la loro strada.
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