Reggio Calabria non è lontana
Centoventi ore per incontrare centinaia di persone e decine di diverse esperienze. Le bellezze, i problemi, la socialità, la storia e le tantissime connessioni tra Varese e la Calabria
Vista da qui Reggio Calabria è lontanissima. Quasi dall’altra parte del mondo con quei suoi mille e trecento chilometri di strada, ma anche di luoghi comuni, come quelli sullo stato della A3 che da Salerno porta all’estremo sud della penisola.
In tutto siamo stati a Reggio centoventi ore. Arrivati lunedì più o meno alle 14, siamo ripartiti sabato alla stessa ora. Cinque giorni intensi di incontri, scoperte, racconti e soprattutto relazioni. Abbiamo aperto e chiuso le danze con persone che rappresentano bene gli incocci tra i territori. Prima le figlie di Carlo Recalcati, cuore del basket biancorosso, ma anche reggino negli anni più intensi. Nelle ultime due ore abbiamo incontrato il professor Giuseppe Mantica che insegna al Falcone a Gallarate, ma è vissuto gran parte della sua vita a Reggio e sempre lì ha ripreso l’attività del padre coltivando vitigni per il famoso Pellaro.
In mezzo abbiamo conosciuto aziende, associazioni di giovani, cooperative sociali, botteghe legate alla solidarietà e alla legalità. Abbiamo visitato luoghi d’arte e di cultura, l’università, centri di accoglienza e di coworking. Siamo entrati in diverse case anche a gustare piatti tipici che difficilmente si trovano nei ristoranti. Siamo stati in locali tipici, nelle storiche e antagoniste gelaterie. Abbiamo raccontato uno sbarco di migranti in diretta. Oltre cinquecento persone allo stremo, per lo più scalze e senza niente, accolte e assistite con grande professionalità e disponibilità. C’è un tessuto di volontariato molto serio e attento che con serenità lavora e affronta tante problematiche senza fare polemiche come purtroppo accade alle nostre latitudini.
Da ultimo, ma in realtà come prima ragione del nostro progetto, abbiamo lavorato gomito a gomito con i colleghi di Strill, il quotidiano calabrese che organizza da diversi anni Tabularasa, un festival che si sviluppa lungo tutto il mese di luglio. Grazie a questo abbiamo partecipato a diversi momenti di confronto su temi internazionali, sullo stato delle infrastrutture stradali con il presidente di Anas e anche sullo stato del giornalismo italiano.
L’incontro con i colleghi reggini è stato un momento centrale per noi. Li ringraziamo per l’accoglienza, l’attenzione e per esser un vero presidio di democrazia per tutti. Giusva e Raffaele, i fondatori del giornale e del festival sono attorniati da una squadra di giovani che trovano a Strill una palestra importante per costruirsi una bella professionalità.
L’incontro con i colleghi reggini è stato un momento centrale per noi. Li ringraziamo per l’accoglienza, l’attenzione e per esser un vero presidio di democrazia per tutti. Giusva e Raffaele, i fondatori del giornale e del festival sono attorniati da una squadra di giovani che trovano a Strill una palestra importante per costruirsi una bella professionalità.
L’elenco delle persone da citare sarebbe lunghissimo, ma potrete trovare diverse gallerie fotografiche dove scoprirete le persone e i luoghi. Guardate anche il lunghissimo live blog dove sono entrate oltre 25mila persone e che è stato molto commentato e partecipato con visualizzazioni per oltre duecentomila minuti.
Ognuno di noi quattro ha lavorato tanto a questo progetto. Siamo tornati a casa con tanta bellezza negli occhi, ma anche con l’incredulità del veder spesso gettato alle ortiche un immenso patrimonio. Lo stupore si unisce alla rabbia per tanti problemi che potrebbero consentire a questa straordinaria terra di avere un diverso sviluppo. C’è tanta, tanta voglia di fare, ma anche troppa rassegnazione verso le istituzioni che sono vissute come nemiche e incapaci se non di fare i propri interessi. Cosa che poi stride con tanta energia che abbiamo incontrato, come la bottega della legalità all’interno della struttura del Consiglio regionale.
Noi venivamo dalla straordinaria esperienza del 141tour dove protagoniste erano le nostre comunità locali. Andiamo verso un lavoro simile che stiamo approntando per Expo, e che si chiamerà 141Expo. Intanto però abbiamo scoperto la bellezza di portare questo modello di lavoro anche fuori dalla nostra provincia. Il risultato è davvero interessante e ci incoraggia perché abbiamo scoperto che di ponti ce ne sono quanti se ne vogliono. Basta ascoltare e aver curiosità e umiltà.
Noi venivamo dalla straordinaria esperienza del 141tour dove protagoniste erano le nostre comunità locali. Andiamo verso un lavoro simile che stiamo approntando per Expo, e che si chiamerà 141Expo. Intanto però abbiamo scoperto la bellezza di portare questo modello di lavoro anche fuori dalla nostra provincia. Il risultato è davvero interessante e ci incoraggia perché abbiamo scoperto che di ponti ce ne sono quanti se ne vogliono. Basta ascoltare e aver curiosità e umiltà.
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