SeaHandling, doccia fredda da Bruxelles

Nuova indagine della Commissione Europea, che dubita della reale discontinuità tra la vecchia società e la nuova Airport Handling che deve nascere. "Un privato non avrebbe mai investito a queste condizioni"

Solo martedì, sentito in un’audizione in Comune a Gallarate (nella foto a destra), anche Mario Aspesi – del Cda di Sea – era stato chiaro: «Dall’Europa non c’è ancora nessuna certezza». Parole che hanno anticipato di un solo giorno la doccia fredda arrivata da Bruxelles: la Commissione Europea ha aperto una nuova indagine sull’handling negli aeroporti di Milano, per capire se davvero la nascita della nuova società partecipata da Sea – Airport Handling – rispetti il requisito di discontinuità dal passato di SeaH, messa sotto accusa per gli aiuti pubblici (tali sono considerati a Bruxelles le iniezioni fatte dalla casa-madre Sea alla sua controllata). Il ragionamento di Bruxelles è questo: "Le autorità italiane affermano che Sea SpA ha agito come un qualunque investitore privato quando ha dato capitale ad Airport Handling, cosicché la misura non gli ha fornito alcun vantaggio e non sostituisce aiuto di Stato". Ma in questa fase la Commissione "dubita che un investitore che opera sui mercati avrebbe investito in un simile progetto, dato il possibile trasferimento dell’obbligo di recupero degli aiuti, e la mancanza di robustezza delle proiezioni del ‘business plan’ connesso alla iniezione di capitale di SEA". Se questi dubbi venissero confermati, "l’iniezione di capitale si configurerebbe come aiuti di Stato a Airport Handling".

La nuova società è stata voluta da Sea per continuare a gestire in modo indiretto l’handling, senza affidarlo a soggetti completamente esterni al gruppo (come accade per esempio a Roma Fiumicino e Ciampino) e mantenendo un rapporto più stretto con gli oltre 2000 dipendenti che garantiscono molte funzioni dell’aeroporto, dai check in allo smistamento bagagli. Un percorso non facile: «Ce l’aspettavamo e all’indagine della Commissione risponderemo in modo chiaro e convincente» ha dichiarato all’Ansa Pietro Modiano, presidente di Sea. La partita è ancora tutta da giocare, come a più riprese hanno ripetuto non solo l’azienda, ma anche alcune forze politiche e i sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil, cui si aggiungono anche l’Ugl e l’autonoma) che hanno sostenuto l’accordo per la nascita di Airport Handling. Quello con i lavoratori è il secondo fronte che Sea deve affrontare: dopo la bocciatura dell’accordo nel referendum di maggio, i sindacati di base e un fronte interno ai lavoratori continua a sostenere le necessità di rivedere vari punti specifici per dare il via libera alla nuova società che – a questo punto è chiaro – non vedrà la luce in tempi brevissimi. «Tra qui e settembre si potrà arrivare ad una nuova operatività», ha detto Mario Aspesi martedì a Gallarate. Nel frattempo, c’è da riprendere il dialogo con i sindacati di base, che anche martedì e mercoledì hanno riunito nelle assemblee non retribuite centinaia di lavoratori (nella foto): il prossimo incontro con l’ azienda deve tenersi entro il 17 luglio, per il 20 ci si prepara già ad uno sciopero nel caso di una "fumata nera".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Luglio 2014
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