Tangenti in Lombardia: le accuse a Formigoni sono da riscrivere

Secondo il gup Vincenzo Tutinelli il capo d'imputazione "è strutturalmente diverso da come emerge dagli atti". La Procura di Milano deve ora riformulare le accuse sulle presunte tangenti per la discarica di Cappella Cantone

Il fatto non corrisponde a quanto emerge dal quadro probatorio. Con questa motivazione il giudice per l’udienza preliminare, Vincenzo Tutinelli ha chiesto alla Procura di Milano di riformulare le accuse nei confronti del senatore Roberto Formigoni (Nuovo centrodestra), all’epoca presidente della Regione Lombardia, in merito alla presunta corruzione dei vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo per la realizzazione della discarica cremonese di Cappella Cantone.

Per il gup, inoltre, dalle carte dell’accusa "non emergono gli atti contrari ai doveri d’ufficio"
contestati all’ex governatore. Ora la Procura ha tempo fino al 26 settembre per riformulare l’accusa.
«Sono ovviamente soddisfatto – ha commentato Formigoni all’Ansa – perché comincia ad emergere la verità. Il giudice riconosce che non ho commesso atti contrari ai miei doveri d’ufficio. Dunque l’accusa si sgretola e il prossimo passaggio riconoscerà la mia estraneità ai fatti che mi vengono addebitati e la totale correttezza dei miei atti. Come ho sempre sostenuto – ha concluso Formigoni – la mia giunta ha assunto, anche in questo caso, un atto a tutela dell’ interesse della popolazione. Eravamo in presenza di una emergenza amianto e la Regione individuò una discarica adatta allo scopo, l’unica in tutto il territorio regionale. Come già il Tar ha sentenziato, il procedimento fu perfettamente corretto. E oggi il gup conferma questa verità». Contro l’ex governatore Formigoni resta ancora in piedi un altro episodio di corruzione legato alle presunte tangenti ottenute per il rilascio della concessione per la discarica a Cappella Cantone.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Luglio 2014
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