Uno spiraglio per Husqvarna: i cinesi offrono 5 milioni a ktm
Gli austriaci di Pierer Industrie (ktm) hanno aperto la procedura di mobilità dopo l'offerta di Srm srl, società controllata dalla Shineray Motorcycle Company, produttore di moto da fuoristrada. Per i 56 lavoratori rimasti c'è la possibilità di essere riassorbiti nella nuova produzione
Per i 56 lavoratori “superstiti” di Husqvarna a settembre c’è una possibilità concreta di riprendere a lavorare nella fabbrica di Cassinetta di Biandronno. I cinesi della Srm srl, società controllata dalla Shineray Motorcycle Company, produttore di moto da fuoristrada, hanno raggiunto un pre-accordo con Pierer Industrie (Ktm) per l’acquisizione dell’area, linee produttive comprese, per un totale di circa 5 milioni di euro.
L’annuncio è stato fatto settimana scorsa dagli austriaci di Ktm nel momento in cui hanno comunicato ai sindacati l’apertura della procedura di mobilità per i lavoratori in cassa integrazione straordinaria che terminerà il prossimo 22settembre. Se l’accordo andasse in porto, una buona parte di quei lavoratori potrebbe essere riassorbita dalla società cinese.
Gli acquirenti stanno prendendo tempo anche per valutare tutte le opportunità da ricomprendere nell’accordo finale: impiego del personale inserito nelle liste di mobilità, formazione gratuita e incentivi fiscali. «Il sindacato punta a salvaguardare i posti di lavoro – spiega Nino Cartosio della Fiom Cgil provinciale – quindi se al termine della cassa integrazione i lavoratori rimasti in Husqvarna potranno riprendere a lavorare, l’obiettivo è raggiunto e non ci sarà nemmeno bisogno di chiedere una buonuscita a Ktm».
Se i cinesi continueranno a produrre moto a Cassinetta, la manodopera che è ancora in azienda avrebbe le competenze necessarie per poter essere inserita nella nuova produzione e nel caso i lavoratori avessero bisogno di nuova formazione questa potrebbe essere fatta attraverso Fondimpresa senza altri oneri aggiuntivi per la società acquirente.
Il sindacato non canta vittoria e mostra, per usare una formula di rito, un cauto ottimismo, sapendo benissimo che la probabilità di concludere l’accordo non dipende solo dalle parti sociali, cioè sindacati dei metalmeccanici e Unione degli industriali, ma dall’intero sistema territoriale e dalla sua capacità di assecondare in modo coerente il rilancio industriale dell’area.
Il prossimo incontro tra le parti si terrà il 29 luglio nella sede degli industriali varesini, in quell’occasione si parlerà della mobilità e della possibilità di riassorbire il personale. «Il fatto che qualcuno voglia comprare l’azienda – conclude Flavio Cervellino della Fim Cisl – è la prima cosa positiva che avviene da un anno a questa parte, ma tutti i ragionamenti vanno fatti di fronte a un piano industriale».
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