Andervill: “Io, Greta e Vanessa, né deficienti, né super eroi”
“Greta e Vanessa sono due ragazze molto intelligenti, in gamba e preparate" afferma Roberto Andervill, il terzo volontario del progetto Horryaty. Di loro parla anche Filippo Cardaci attuale presidente di Ipsia
“Greta e Vanessa sono due ragazze molto intelligenti, in gamba e preparate. Non sono delle sprovvedute come qualcuno le vorrebbe far passare. Chi fa le nostre scelte non è un super eroe, né un deficiente e siamo ben coscienti dei rischi che si corrono facendo alcune attività”.
Roberto Andervill, nella foto in alto durante il suo ultimo viaggio a Gaza nel 2012, è il terzo fondatore del progetto Horryaty. Lui si occupa da molto tempo di questioni Medio Orientali e ha già fatto diverse missioni tra la Cisgiordania e Gaza. Negli ambienti della cooperazione è molto conosciuto e fino al dicembre del 2013 era presidente di Ipsia, la Ong delle Acli. Da allora al suo posto c’è Filippo Cardaci, avvocato e amministratore pubblico. Le sue riflessioni ci permettono di conoscere alcuni particolari in più della vicenda del progetto per la Siria.
“Conosco Roberto da tanto tempo. È uno che si fa prendere molto dalle situazioni. Le due ragazze erano davvero appassionate della Siria e lui aveva iniziato a collaborare restando contagiato da tanta energia e voglia di fare. Oggi non è corretto dire che lui le ha mandate allo sbaraglio. Quando ha iniziato a parlarci del progetto lo abbiamo frenato molto, ma nel frattempo ho conosciuto anche io Greta poco prima che partisse per il secondo viaggio”.
Ipsia, da quello che ci racconta Filippo Cardaci, ha avuto modo di discutere del progetto in una assemblea della Ong a metà maggio. “Il nostro coinvolgimento è stato operativo ed economico. Li abbiamo aiutati a reperire alcuni materiali sanitari che sapevamo esser necessari dopo le loro prime missioni. Oltre a questo ci siamo attivati per una raccolta fondi. Ho provato a sconsigliare un nuovo viaggio dentro la Siria, ma loro erano davvero determinate”.
C’è molta preoccupazione per Greta e Vanessa, e le forti polemiche di questi giorni sull’opportunità dell’operazione lasciano molta amarezza in chi è coinvolto direttamente, come emerge dalla parole di Roberto Andervill, che è tuttora volontario dell’Ipsia.
“Sembra quasi che tutti ci conoscano da sempre ma dov’erano quando noi organizzavamo iniziative di solidarietà per un popolo martoriato? Dov’erano quando cercavamo materiali sanitari per i bambini? Dov’erano quando abbiamo fatto i primi due viaggi? Scoprono della nostra esistenza solo ora per puntare il dito”.
Roberto ha conosciuto Greta all’inizio di quest’anno a una manifestazione a Milano e da allora è nata la loro collaborazione. “Quando le ragazze mi hanno parlato del loro progetto ho accettato di mettere a loro disposizione la mia esperienza e le mie conoscenze. È bizzarra questa società dove ci lamentiamo sempre delle nuove generazioni che non avrebbero valori e quando poi incontriamo due ragazze così le crocifiggiamo. Oppure preferiamo che i giovani passino il loro tempo davanti alle play station o partecipino ai rave preoccupati solo del proprio mondo?”
Andervill non ci sta a passare come uno sprovveduto o uno che ama il rischio senza avere idea delle conseguenze. “I referenti dei nostri viaggi sono gli stessi che utilizzano anche le altre organizzazioni. Il nostro obiettivo è conoscere i bisogni della popolazione in alcune aree, acquistare più vicino possibile le cose e poi accompagnare le merci per esser sicuri che vadano nelle mani giuste. Tutto questo restando il minor tempo possibile nelle aree a rischio. Noi non siamo né super eroi, né deficienti. Sappiamo bene quali sono i rischi che si corrono, ma non andiamo in quelle zone per passare il nostro tempo negli hotel quattro stelle. Questo non è un merito, né un demerito. Siamo fatti così. Adesso l’importante è che Greta e Vanessa tornino a casa”.
Sulla sorte delle due ragazze non c’è nessuna novità. La Farnesina è attiva e saranno solo loro a poter fornire le nuove informazioni. Sarà importante avere anche ulteriori informazioni da parte del giornalista del Foglio Daniele Raineri che era con le ragazze al momento del rapimento. Secondo un giornale giordano sarebbe stato proprio lui a dare la notizia. Greta lo aveva conosciuto da tempo, e lui le aveva accompagnate anche durante il secondo viaggio.
“Serve rispetto per le famiglie – continua Roberto Andervill – e certi commenti e prese di posizioni sono assurde. Oggi serve silenzio. Noi chiediamo e vogliamo solo silenzio su tutta la vicenda. Non servono siti, né striscioni, né raccolte di firme o soldi. La differenza tra il silenzio e il clamore può essere una questione di vita o di morte per Greta e Vanessa. Riprenderemo a parlare quando potremmo far festa per il loro ritorno”.
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