Articolo 18, Aprea: “Utile il suo superamento”
L'assessore regionale al lavoro: "Non si riducano le forme contrattuali flessibili"
"Rendere più flessibile il contratto di lavoro a tempo indeterminato è sicuramente utile, anche con il
superamento dell’articolo 18, purchè qualunque soluzione non si traduca in una riduzione delle forme contrattuali flessibili a cui le imprese ricorrono per effettuare la maggior parte delle loro assunzioni". Lo dice oggi Valentina Aprea, assessore al Lavoro, Istruzione e Formazione Professionale inserendosi nel dibattito sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
TROVARE GIUSTE COMBINAZIONI – "In un mercato del lavoro in cui più di due terzi delle assunzioni avviene a tempo determinato – dice Aprea – parlare della necessità di abolire definitivamente l’articolo 18 per far ripartire le assunzioni significa andare fuori tema. Sono altri i problemi del lavoro e devono essere altre le soluzioni. Per trovare la giusta combinazione tra la migliore tutela per i lavoratori e la più favorevole condizione per le imprese, occorre affiancare alla flessibilità sia in entrata che in uscita, un robusto sistema di politiche attive per il lavoro".
CON DUL OLTRE 19MILA PERSONE AVVIATE A LAVORO – "In Lombardia – spiega l’assessore al Lavoro – abbiamo introdotto la Dote Unica lavoro (DUL), le cui rilevazioni ci consentono di ribadire il successo delle nostre politiche attive. Infatti, grazie alla DUL, sono state avviate al lavoro ben 19.103 persone (62,49 % del totale preso in carico), a nove mesi dal suo inizio. Più della metà della popolazione presa in carico riguarda coloro che hanno maggiore difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro.
Da un lato, DUL ha anticipato i principi ispiratori di Garanzia giovani; dall’altro, ha consentito un rapido avvio delle misure anche per i giovani".
INTRODURRE MECCANISMI DI SEMPLIFICAZIONE – "I destinatari di DUL nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni, target di Garanzia Giovani, sono pari a 13.946 e rappresentano il 41% del totale destinatari presi in carico", dice ancora l’assessore.
"Continuerà l’impegno di Regione Lombardia a potenziare le politiche attive con l’obiettivo di offrire alle persone e, soprattutto ai giovani, maggiori e migliori opportunità di lavoro, tenendo conto delle dinamiche del mercato del lavoro. In tal senso l’approvazione di nuove linee guida sull’apprendistato professionalizzante e il rifinanziamento di DUL con risorse della nuova programmazione comunitaria, approvate dall’ultima Giunta – spiega Aprea – rappresentano un chiaro segnale della volontà di introdurre meccanismi di semplificazione e di investire nelle politiche attive per ridurre la disoccupazione".
SISTEMA PUBBLICO/PRIVATO – "Il rifinanziamento è frutto della consapevolezza, corroborata dai dati di monitoraggio, di avere uno strumento valido per migliorare il mercato del lavoro", dice Aprea. "L’azione di Regione Lombardia mostra come, sempre più, ai giovani e alle persone senza lavoro debbano essere offerte innanzitutto occasioni concrete di nuovo lavoro. Per questo in tutta Italia dovrebbe nascere un analogo sistema stabile, con operatori pubblici e privati accreditati, meccanismi di funzionamento semplici ed efficaci".
JOB ACT RISCHIA DI RIPORTARCI INDIETRO – "A fronte del superamento degli ammortizzatori in deroga – spiega l’assessore regionale – le proposte contenute nel jobs act in discussione al Senato rischiano di riportare indietro di vent’anni il funzionamento del mercato del lavoro e di non offrire le risposte che le imprese richiedono. Mi riferisco alla neo-centralizzazione delle competenze in tema di lavoro contenuta nella Riforma del Titolo V e alla neo-statalizzazione
dei servizi all’impiego attraverso la costituzione di un’apposita Agenzia Nazionale. Si sta proponendo di fare al contrario quel percorso legislativo iniziato alla fine degli anni 90, con il cosiddetto "federalismo amministrativo" a cui siamo stati costretti anche dalle condanne della corte europea sul monopolio pubblico del collocamento. Oltreché antistorica, la neo-statalizzazione dei servizi all’impiego – conclude Aprea – sarebbe anche inefficace per la condizioni in cui adesso si
trovano i centri pubblici per l’impiego affidati finora alle riformate province".
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