“La diversità culturale è una ricchezza”
Sei studenti hanno partecipato tra il mese di giugno e il mese di luglio all’Erasmus Intensive Programme in Human Resource Management
La diversità culturale è una ricchezza: sono tornati a casa con questa lezione tutt’altro che scontata i sei studenti della LIUC che hanno partecipato tra il mese di giugno e il mese di luglio all’Erasmus Intensive Programme in Human Resource Management, che si è tenuto presso la HAN University of Applied Sciences di Arnhem e Nijmegen, in Olanda.
Sei gli atenei protagonisti di questo progetto sperimentale, che ha visto la partecipazione di altrettanti studenti per ciascuno: LIUC (l’unica università italiana), HAN University (Olanda), Pecs University (Ungheria), Kingston University (Inghilterra), Jaume University (Spagna) e Poznan University (Polonia).
«Un’esperienza unica – commenta la professoressa Eliana Minelli, Docente della Scuola di Economia e Management della LIUC – di confronto sui contenuti e sulle modalità didattiche. Al centro, la gestione della diversità culturale , declinato in lezioni frontali con docenti di tutte le università coinvolte e lavoro in team: una bella occasione per anticipare esperienze lavorative in contesti globali che i nostri studenti si troveranno sicuramente a vivere. Non sono mancate anche attività outdoor, come la visita al Porto di Rotterdam (esempio di gestione di un’azienda complessa) e quella al Parlamento Europeo».
I ragazzi, selezionati in base alla media dei voti e alla conoscenza dell’inglese, descrivono un’esperienza davvero utile, soprattutto per la modalità pragmatica dell’insegnamento: «Abbiamo affrontato diverse “prove pratiche” – spiega Giulia Aldrigo, studentessa iscritta a Economia – tra cui un workshop che ha previsto una simulazione di colloquio. L’approccio di tutto il corso, poi, è stato per me particolarmente interessante, perché internazionale e quindi aderente al mio percorso di studi in International Business Management».
Nel gruppo era presente anche un futuro ingegnere, Lorenzo Di Fulvio. «In futuro, da ingegnere gestionale che si occuperà di processi, non potrò ovviamente prescindere dalla gestione delle persone – commenta Lorenzo – dunque anche per me questi giorni sono stati estremamente utili. Un corso intensivo di relazioni umane sul campo, un modo per provare sulla pelle cosa significa diversità culturale applicata alle HR. Tra l’altro ho potuto vedere le differenze di approccio alla materia tra i diversi Paesi: italiani, spagnoli e polacchi sono più tecnici, mentre olandesi e inglesi sono più sociologici, più aperti alla discussione. Interessante anche il lavoro in team, soprattutto la presentazione finale, per cogliere le diversità nella divisione del lavoro».
Gran finale con una cena multietnica, in cui i ragazzi hanno preparato le specialità dei propri Paesi. Perché la diversità culturale intesa come ricchezza passa anche da qui.
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