Liala: firma da bestseller con una vita romanzo

Oggi Vanity Fair le avrebbe sicuramente dedicato una copertina non solo come  fenomeno letterario, un milione di libri venduti all’anno, ma perché la sua storia personale è essa stessa un romanzo avvincente. Un matrimonio, diversi amanti, un solo amore vero, la passione per il volo e una vita anticonformista.

Liala, al secolo Amalia Liana Negretti Odescalchi Cambiasi, spirito libero, scrittrice ante litteram, donna colta e indipendente, ancora oggi a quasi vent’anni dalla morte, è una delle autrici che Sonzogno continua a ristampare e vendere moltissimo. 

“A Liala Cambiasi Negretti compagna d’ali e d’insolenza” scriveva Gabriele D’annunzio in una dedica del 1931 a testimonianza della stima e l’amicizia tra il poeta e la scrittrice. Questo documento, insieme ai libri e altri carteggi sono oggi conservati negli ambienti di Villa Mirabello a Varese, grazie alla donazione della famiglia al Comune di Varese. Questo importante archivio si aggiunge a quello, altrettanto importante, della biblioteca personale e la corrispondenza di Piero Chiara.

Le sue storie hanno appassionato generazioni di lettori e sopratutto lettrici, raccontando storie d’amore vere e profonde. Il suo primo romanzo “Il Signorsì”, forse uno dei più riusciti, fu scritto per superare il dolore della morte del marchese Centurione Scotto, suo grande amore, che morì tragicamente nel 1926 precipitando nel Lago di Varese in idrovolante durante un allenamento. Il legame con Varese non si spezzò mai e Liala visse fino alla sua morte nella villa del Montello di Varese. 

“L’archivio conserva – spiega Serena Contini curatrice della collezione – tutti i romanzi scritti da Liala, oltre 85, e i libri che leggeva. Un patrimonio che, con grande generosità, la figlia Primavera ha donato al Comune garantendo la possibilità agli studiosi di studiarlo e consultarlo”. 

Di famiglia nobile, sposò giovanissima il marchese Pompeo Cambiasi, dal quale si separò molto presto vivendo in modo indipendente e libero fuori dagli schemi imposti dalla società del tempo.

“Quasi tutti i primi libri di Liala si svolgono nell’ambiente militare, che lei conosceva ed amava molto. Nei suoi romanzi i protagonisti maschili sono spesso audaci e valorosi. Tra i documenti conservati – continua Contini – vi sono i numerosi articoli di giornale che negli anni le hanno dedicato interviste. Ritagli che lei custodiva gelosamente e che raccontano anche uno spaccato della vita italiana di quegli anni”. 

 

Elegante nel portamento, rossetto e capelli mossi Liala era una donna molto affascinante e le sue fotografie la ritraggono spesso con i suoi gatti o accanto alla sua amata macchina da scrivere, anch’essa conservata a Villa Mirabello. 

 

“E’ stata una donazione molto importante – spiega Simone Longhini Assessore alla Cultura di Varese – non solo per il comune ma per la città . L’archivio della scrittrice si aggiunge a quello di Piero Chiara e pur essendo autori molto diversi sono entrambi fortemente legati al territorio di Varese e ai laghi. Il mio ringraziamento va prima di tutto alla sig.ra Cambiasi, mancata poche settimane fa, che ha deciso di donare al Comune il materiale raccolto dalla madre. E poi al Rotary Club Varese per il contributo: oggi la cultura si fa soprattutto di piccoli grandi gesti come questo”.

 

Sempre D’annunzio scriveva di lei  “Ti chiamerò Liala perché ci sia sempre un’ala nel tuo nome “ e le sue storie continuano a volare nell’immaginazione dei suoi moltissimi lettori, oltre dieci milioni di copie vendute solo in Italia, che l’hanno resa una delle scrittrici di romanzi d’appendice più famose del Novecento a livello internazionale.